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Se questo Milan può ‘ammazzare’ l’Inter?

Io non penso agli altri, ma a noi

Se questo Milan può ‘ammazzare’ l’Inter? Io non penso agli altri, ma a noi. Non sono nello spogliatoio dell’Inter, parlo solo di ciò che succede alla mia squadra.
La differenza, al di là dei Piatek, la fa la squadra, pochi giocatori vivono le partite da soli e noi non possiamo permetterci di pensare soltanto con i singoli.
All’andata eri tu in discussione, ora lo è Spalletti: fa parte del gioco?
L’allenatore è legato ai risultati, io onestamente non ci ho mai pensato perché altrimenti avrei preparato male la squadra magari. Noi abbiamo sempre continuato, non abbiamo mai pensato di poter lasciare la squadra.
Dobbiamo continuare a credere nel nostro obiettivo facendo risultati e facendo crescere i giocatori. Ci sono ancora tante partite. Il calcio è bello per questo: guardate Allegri, dopo Madrid sembrava che non sapesse più allenare e poi invece… Fa parte del nostro lavoro, anche se qualcuno dice cose che non sono corrette. Io comunque mi sento un privilegiato a fare questo lavoro all’età che ho. Sono delle partite in cui si deve parlare il meno possibile, i giocatori la sentono da soli. Sono altre partite in cui bisogna rompere le scatole e farsi sentire, ora c’è un’aria diversa, c’è più nervosismo ma è normale per questo tipo di partite. Abbiamo lavorato molto sul campo ma pochissime urla o incitamenti, di pressione ce n’è già abbastanza.
Per come vedo il calcio io, anche il giocatore più forte del mondo deve avere rispetto degli altri componenti dello spogliatoio e quando vedo che qualcuno manca di rispetto io posso diventare l’uomo più cattivo del mondo. Il rispetto è fondamentale da parte di tutte le persone che girano intorno a un calciatore. A me piace quando ci diciamo le cose in faccia, se qualcuno ha dei problemi con me è meglio mandarsi a quel paese e poi mettere da parte il rancore.
Noi ci siamo passati prima: siamo usciti dalla coppa, stavamo per perdere col Dudelange. Ne abbiamo passate parecchie, non ci dobbiamo cascare più. Prepariamo questa partita con umiltà, la squadra che affrontiamo è forte e la fregatura sta qua: non dimentichiamoci ciò che abbiamo passato prima di loro.
Ripeto, non esistono favoriti, è una partita a sé. Bisogna controllare le emozioni, si gioca su questi parametri, poi anche sul piano tecnico. Ma serve mentalità, testa libera. Bisogna dimostrare sul campo.
Come fa a tenere giusta la testa di Piatek?
Ho fatto poco con lui, non parlo molto e lui non ama parlare molto. Sto vedendo qualche sorriso in più perché all’inizio pensavo ce l’avesse con me. Lui ama lavorare, non fa più di un giorno libero, gli piace allenarsi. Non gli devo dire quasi nulla, sa che deve fare e va bene così.
Noi dobbiamo arrivare in Champions League, poi come ci arriviamo conta relativamente. Il Napoli adesso ha un vantaggio ampio, ci dobbiamo concentrare sulla partita di domani, gli azzurri hanno qualcosa in più e sono fortissimi, è da anni che sono sempre lì. Ancelotti ha fatto molto turnover e ha molti giocatori, la coppa per loro non sarà un problema. Ora concentriamoci a domani e poi vediamo. Io penso che devo ancora migliorare come “sarto”.
Ha i piedi per terra, ma c’è un momento in cui ha pensato di poter arrivare al derby così?
Non c’è stato, non dobbiamo dimenticarci le prime 7-8 partite di questo campionato. Abbiamo pareggiato delle partite che meritavamo vincere e abbiamo sempre fatto molta fatica. Poi abbiamo preso gol per tante giornate di fila. Il fatto di poter ribaltare le partite nel finale ci ha dato sicuramente maggiore consapevolezza.
In questo percorso di crescita quanto c’è di Gattuso?
Non saprei, io penso che l’allenatore incida al massimo al 30-40%. In un gruppo ci vuole disciplina, bisogna rispettare la società e il merito è di questi ragazzi, che sono giovani ma stanno migliorando giorno dopo giorno. I meriti sono loro e della società e una piccola percentuale è mia e dello staff.Quando ci sono delle motivazioni, la stanchezza si fa da parte. Prendo sempre ad esempio la partita tra Juve e Atletico. I miei giocatori adesso non sono stanchi, altrimenti ci sarebbero cose non sarebbero riusciti a fare. Penso che qualche giocatore stia soffrendo di più da un punto di vista tecnico, come Suso e Paquetà, ma la priorità è la compattezza e loro lo sanno, quindi non penso sia un problema fisico.
Il Milan non ha voglia di mandare a tappeto l’Inter?
Ne ha tanta, ma non è corretto parlare di rabbia. Sono d’accordo con Spalletti, non dobbiamo fare a botte. Ci vuole calma e lucidità, però ripeto domani bisogna avere tanto rispetto dell’avversario perché possono farci male in qualsiasi modo.

la Redazione