Ormai non ci sono dubbi. L’Atalanta non è più una meteora del calcio italiano e del nostro campionato, ma una realtà che si è andata consolidando nel corso degli anni. I meriti? Di tutti. E soprattutto di una società piccola, che sta diventando grande grazie alla politica dei piccoli passi. Gli straordinari risultati del team nerazzurro, guidato con brillantezza da Gasperini, in piena corsa Champions e in procinto di disputare il 15 maggio la finale di coppa Italia con la Lazio all’Olimpico di Roma, sta entusiasmando una città; quel popolo bergamasco che ha sempre sostenuto i propri beniamini da quando l’obiettivo in serie A si chiamava solo “salvezza.” Ora i tempi sono cambiati e in campo non c’è più la trepidante Atalanta, ma undici e più ragazzi baldanzosi, alcuni desiderosi di emergere, altri più maturi, con il solo obiettivo di entrare nell’elite del grande calcio, come dimostrano i risultati brillanti finora ottenuti e il gioco, lo spettacolo offerto alla platea e di fronte a club blasonati come Napoli, Inter, Milan, Roma e addirittura la scudettata Juventus di Massimiliano Allegri.
Segno evidente che anche nel calcio, i tempi sono cambiati. Da piccoli si può diventare grandi. Basta volerlo e l’Atalanta lo sta dimostrando quasi su tutti i fronti. Lo spettro della serie B non fa più paura. Da otto anni, la Dea è saldamente in A ed ora, a poche giornate dal termine del campionato è terza, in attesa di capire cosa farà questa sera l’Inter contro il Chievo a San Siro, in piena zona Champions e se la giocherà fino all’ultima giornata con l’altra squadra nerazzurra, quella di Milano.
Il migliore piazzamento atalantino nella storia è il quarto posto conquistato nel 2016 con 72 punti, con partecipazione all’Europa League. Ed oggi? Il futuro dell’Atalanta potrebbe essere ancora più roseo. Alla portata degli orobici ci sarà sicuramente la partecipazione alla prossima Champions League; sarebbe la prima nella storia per il club bergamasco, guidato come nel 2016 da Gianpiero Gasperini. Per conquistare l’obiettivo senza sperare nelle cadute delle contendenti, la Dea dovrebbe conquistare ancora 3 punti nelle ultime due gare contro Genoa in casa, Juve in trasferta e Sassuolo ancora in casa. Quest’ultima gara come quella casalinga con i genoani si giocherà però a Reggio Emilia, per l’indisponibilità dello stadio di Bergamo che, dopo essere stato acquistato dalla società del presidente atalantino Percassi, verrà ricostruito ex novo per un costo complessivo di 40 milioni di euro. Lo stadio, in fase di abbattimento in questi giorni, verrà rifatto gradualmente per essere poi pronto ad inizio stagione del 2021.
La squadra di Gasperini è in serie positiva da 11 turni. Otto vittorie e tre pareggi, 22 gol fatti e 8 subiti hanno cambiato il programma della Dea che in poco più di due mesi ha fatto meglio perfino della capolista Juve, conquistando ben 27 punti, poco dietro dal podio europeo (10 vittorie su 10) dove spiccano club di rango come Manchester City, Liverpool (fresca finalista in Champions) e Bayern Monaco. Protagonista principali e indiscussi di questo splendida avventura atalantina sono senza dubbio il bomber Zapata (22 gol in campionato), ma anche Ilicic (11 reti), Papu Gomes capace con i suoi movimenti di trequartista di confondere e mandare in tilt le difese avversarie, mister Gasperini ed insieme a lui il preparatore atletico Domenico Borrelli capace, con l’aiuto dei suoi collaboratori fidati, di dare una marcia in più ad una squadra pronta allo sprint finale in campionato e in Coppa Italia (finale il 15 maggio contro la Lazio all’Olimpico di Roma).
di Luigi Rubino
ATALANTA, EMOZIONI UNICHE
Champions vicina e non solo…