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Un Giro di cadute, le lamentele dei ciclisti

È assolutamente una cosa che non mi aspettavo

Quest’anno sembrava andare tutto liscio, dalla partenza il Giro non aveva avuto granché di cui preoccuparsi, ma quando il solito diventa imprevedibile, ecco che tutte le bestemmie diventano sacrosante. E’ avvenuto già due volte e più volte in una stessa tappa. I ruzzoloni hanno compromesso anche illustri corridori come Dumoulin che, addirittura, per maggiori precauzioni ha dovuto abbandonare la corsa con grave danno per lui stesso e la squadra, ma anche per il Giro stesso che perde uno dei maggiori protagonisti candidato alla vittoria finale.
“È assolutamente una cosa che non mi aspettavo, C’è troppa distrazione in giro, alcuni colleghi sembrano distratti ed altri che non lo fanno certamente apposta. Ci è costata molto cara la caduta scorsa, ma non potevamo evitarla. Assolutamente non ne facciamo colpa a nessuno è solo da maledire il destino contrario. Punto e basta”.
Domenico Pozzovivo è un’ altra vittima illustre ed è andato molto vicino al ritiro, ma ha saputo resistere, certamente avrà di che lamentarsi, il corridore lucano.
“Fino a quel momento non potevo lamentarmi della corsa, ma la caduta mi ha fatto trattenere il fiato e ho temuto il ritiro come in altre occasioni. Lasciare solo il mio capitano Vincenzo Nibali, mi sarebbe dispiaciuto non poco, perché, anche per mancanza di un forte campione come Dumoulin, avrà un temibile avversario contro. È una fatalità, chiamatela come volete, ma in questa parte del giro succedono troppo spesso le cadute, nella parte finale, quando la tensione è al massimo e, forse è proprio questa che ti porta a sbagliare, magari senza volevo. Piano piano, porteremo in porto anche questa corsa, e a Verona ci voglio arrivare. Devo stare più attento e devono stare più attenti un po’ tutti i colleghi”.
Elia Viviani, che con le ruote ci va assai forte e vede sempre l’incubo delle cadute e anche delle scorrettezze, parla di disattenzione e anche di sfortuna. Basta un attimo ed il patatrac è fatto. Io che devo tirare le volate vivo con costante incubo delle ammucchiate e tante volte mi affido alla buona volontà di qualche Santo. Io stesso non sono impeccabile, ma fa parte del gioco. La mia scorrettezza l’ho pagata a caro prezzo e questo mi basta per tutto il Giro, con la promessa di fare il bravo, anche se, talvolta, lo fai senza volerlo. I miei compagni lo sanno e anche loro possono incorrere in qualcuna di queste. Speriamo di proseguire bene”.
Nibali, finora, se l’è cavata perché si è trovato sempre in testa e quindi si è salvato.
“Mi posso ritenere molto fortunato se non son incappato in queste brutte avventure, ma noi le mettiamo in conto e sappiamo che possono succedere a tutti. Mi dispiace del mio vice Domenico, ma perderlo sarebbe stato una sgradevole sfortuna. L’attenzione deve essere massima e sempre massimo anche l’impegno a fare sempre meglio. Quando cominceranno le salite le cose miglioreranno e staremo tutti tranquilli, molto tranquilli. A Verona dovremo arrivarci sani e per farlo dobbiamo dare il massimo di noi stessi e fare uno di quelle cose che dovrebbero segnare ancora di più la nostra carriera. Io ci credo e lotterò fino i fondo”.
Il più contento di tutti che non pensa alle cadute, ma a godersi la sua prima maglia rosa al Giro, è Valerio Conte che ha fatto trionfare, finalmente, l’azzurro sul podio. A San Giovani Rotondo Vince Masnada che ha accompagnato la nuova maglia Rosa in piena sintonia.
“Sono arcicontento e sono commosso a tal punto che non mi rendo ancora conto su quello che è successo. Con Masnada abbiamo condotto una magnifica gara e tirato di comune accordo per arrivare in due. Ci siamo presi la vittoria di tappa e la maglia Rosa che è un vero record per l ciclismo italiano e ne sono fiero. Speriamo che non sia un episodio isolato. Vedremo come andrà a finire,ma intanto godiamoci questo bel momento di gloria”.
Robins si dice contento della sua prestazione, fino a questo momento “Non posso dire il contrario, anche se è ancora tutto da fare e siamo solo all’inizio. Le cadute possono condizionare le tappe, ma quello che ora conta è non perdere troppi secondi dai primi. Saluto la nuova maglia Rosa, un giovane Italiano che farà parlare molto di sé. Complimenti vivissimi.
Questi sono gli umori di questa prima settimana e le accompagniamo all’andamento della corsa, tappa per tappa dell’amico Sada, tecnico in queste cose. Alla prossima.

ORDINE D’ARRIVO
1. Caleb Ewan               (Aus, Lotto-Soudal)     in 5h43’32”
2. Elia Viviani             (Ita, Deceuninck)              s.t.
3. Pascal Ackermann         (Ger, Bora-Hansgrohe)          s.t.
4. Fabio Sabatini           (Ita)                          s.t.
5. Manuel Belletti          (Ita)                          s.t.
6. Arnaud Demare            (Fra)                          s.t.
7. Davide Cimolai           (Ita)                          s.t.
8. Marco Canola             (Ita)                          s.t.
9. Giacomo Nizzolo          (Ita)                          s.t.
10. Rudiger Selig            (Ger)                          s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Valerio Conti           (Ita, UAE Emirates)     in 35h13’06”
2. Josè Rojas             (Esp, Movistar)          a     1’32”
3. Giovanni Carboni        (Ita, Bardiani)          a     1’41”
4. Nans Peters             (Fra)                    a     2’09”
5. Valentin Madouas        (Fra)                    a     2’17”
6. Amaro Antunes           (Por)                    a     2’45”
7. Fausto Masnada          (Ita)                    a     3’14”
8. Pieter Serry            (Bel)                    a     3’25”
9. Andrej Amador           (Crc)                    a     3’27”
10. Sam Oomen               (Ned)                    a     4’57”
12. Primoz Roglic           (Slo)                    a     5’24”
13. Davide Formolo          (Ita)                           s.t.
15. Simon Yates             (Gbr)                    a     5’59”
16. Vincenzo Nibali         (Ita)                    a     6’03”
17. Miguel Angel Lopez      (Col)                    a     6’08”