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Un onesto lavoratore della pelota

Spalletti esonerato. Fine di un amore mai sbocciato

Il comunicato ufficiale, come tutti quelli che vengono emessi per dichiarare ufficialmente la fine anticipata di un contratto di lavoro, anche in questo caso è stato breve, conciso, ma ci è sembrato più freddo e sbrigativo del solito. Come dire, caro Spalletti, prenditi la tua roba impacchettata da tempo e lascia la Pinetina. Eppure, volendo,il mister poteva ancora restare e la dimostrazione che alla squadra non voleva poi tanto male. è stata la grande forza d’animo che ha avuto ,con la partita con l’Empoli, di tenersi in cuore, la tragedia familiare che lo aveva colpito, con la scomparsa del sua caro fratello. Sulla tolda della sua barcollante nave, ha fatto fino in fondo il capitano , fino a portare all’approdo della Champions la sua ciurma. Risultato raggiunto, sia come sia.
Spalletti, come tutti noi interisti dobbiamo ricordare, è arrivato all’Inter con il compiacimento della maggior parte della tifoseria, anche perchè reduce dal bel campionato con la Roma, squadra che ha portato, salvo il caso Totti, alle soglie del tricolore. Un ottimo allenatore, dunque, atteso all’opera per ridare lustro ad un blasone troppo impolverato e per rinfocolare le passioni dei bauscia, impazienti, come sempre e pronti, come sempre, a puntargli il fucile contro. Cose risapute.
L’isola da raggiungere, come primo anno, sarebbe stato l’ingresso alla Champions League, la prestigiosa competizione europea dell’élite del calcio che conta, un campo in cui l’Inter ha dominato per anni, per finire con la “triplete” ultima.
Onestà vuole che si rimarchi da parte di chi scrive, che l’equipaggio del vascello non era ben assortito, per poter aspirare a qualcosa in più del quarto posto in classifica. I campioni mancano e Spalletti è stato costretto a fare le nozze con i fichi secchi, o quasi. I risultati lo hanno ripagato nei primi mesi, anche perchè si vincevano le partite che non si potevano perdere, nonostante quel gioco che è il contrario del calcio che prevede palla lunga e pedalare,mentre lui, sempre più testardo, è un toscano, ha riproposto a san Siro una specie di litania del calcio che non ha mai incontrato i favori e riscaldato l’entusiasmo dei tifosi nerazzurri. Insomma, arrancava, con un possesso palla ossessivo e una sola povera punta ad aspettare palloni che mai arrivavano o se arrivavano erano campanile , facili prede delle grinfie dei portieri. Si è veleggiato, fino a conquistare il primo posto in classifica , prima della pausa di Natale. Almeno il panettone lo ha mangiato tranquillo e anche noi abbiamo potuto imbandire la bella tavola patriarcale nel nostro salotto di casa.
I guai, quelli dei risultati, non si sono fatti attendere, fino a perdere , punti su punti, tutto il vantaggio sulle dirette concorrenti per la Champions, perchè la Juve aveva già vinto il suo scudetto ed il Napoli si era assicurato il secondo posto.
Il debutto in Coppa dei Campione non è stato esaltante più di tanto, tanto che siamo stati eliminati al primo turno diretto. Male abbiamo fatto anche nella Lega inferiore ,mentre il prestigio sfumava i l’ilarità dei tifosi aumentava, anche perchè alimentata dallo scarso impegno dei moschettieri in campo, che, anzichè combattere per il Re e la Regina, pensavano a giocare a tre sette. La sfiducia prendeva , via via, il posto delle prospettive iniziali e tanti giocatori ne hanno pagato le conseguenze. Sullo sfondo di questa storia, si dipanava la stana situazione societaria, che, francamente, non era di aiuto per un allenatore che , in cuor suo avrebbe, voluto fare,ma era quasi costretto a fare lo stretto necessario , tanto per rispettare il contratto. Il caos societario, in lingua incomprensibile perchè cinese, faceva da freno a tutto. Non addentriamoci in questo labirinto, perchè sappiamo che non ne usciremmo nemmeno con il filo di Arianna. Certo è che turbamento ha portato anche nella mente di Spalletti , che, onestamente, non poteva agire diversamente. Il popolo, quello sovrano, cominciava a parlare e a chiedere, peggio ancora, le dimissioni, sempre più avvalorate da partite perse cin casa con squadrette già retrocesse, che ci hanno tolto punti di oro per la classifica. Il Mister, per la verità, di errori ne ha commesso a volontà, come quello più letale contro la Juve a San Siro. Siamo a 90° e si conduceva 1-0, allo scadere del tempo. E qui che qualche rotella del boss non ha girato per il verso giusto. Fuori Icardi e dentro Ranocchia,in modo che Quadrado, in due minuti, mentre chi scrive arrotolava lo striscione del club Terranova di Pollino, ha visto entrare alle spalle del colpevole, si colpevole Handanovic, due palloni impossibili: vittoria sfumata con prestigio incorporato e tre punti gettati in quella sera maledetta. Avessimo vinto, avremmo avuto la qualificazione in saccoccia da tempo e senza patemi d’anima. Invece, invece, i cardiologi di Milano hanno visto aumentare le richieste di visite. fino ad arrivare, dopo aver perso in casa ben nove punti, allo scontro con l’Empoli che ci ha fatto ballare la samba o il cha cha cha, fate come volete. Sapete come è andata e qualcuno ci ha rimesso la pressione. Anche quest’anno, un santo ,Ambrogio, travestito da Handanovic, come facevano le Dee e gli Dei con i guerrieri troiani e Greci per dargli una mano. Siamo in Champions, ma intanto il caso Icardi ha contribuito a rovinare tutto. Un giallo mai chiarito da nessuno, manco dalla società che ne aveva il dovere. Icardi, sempre consolatissimo da quel pesce chiamata Wanda, e che pesce, si ammalava , contribuendo ad alimentare la guerra con la Curva Nord, altri campioni di tifo da deportare in Siberia. Sorvoliamo che è meglio. Spalletti, per grazia ricevuta e, riscosse le percentuali assai cospicue dai cardiologi, è stato licenziato, con un comunicato atteso da tempo e scritto, come dicono voci di corridoio, dalla stesso Conte, il tanto osannato juventino, che tanti già non vedono di buon occhio, come ex juventino. Oddio, già cominciamo, prima che venga ufficializzata la sua panchina.
Conti ci sta pensando e ha presentato la lista della spesa ” sua”, di giocatori, con tanto di messaggio chiaro e forte: vengo a Milano se ho questi giocatori. Il modulo in campo lo fanno loro, come Picchi lo faceva con Mazzola e si vinceva coppe e campionati.
Aspettiamo qualche giorno e vedremo, mentre il popolo nerazzurro su FB sta già praticando a modo suo. Vuoi vedere che non andrà bene manco Conti? E allora chiamiamo il vecchio Sonetti o Mazzone, che sappiano mettere in riga i calciatori, perchè, innanzi tutto, di questo abbiamo bisogno.
Stadio5 e l’Inter Club Terranova di Pollino, a nome di tutti i 906 sodalizi nerazzurri salutano e ringraziano Spalletti,ma , al tempo stesso, pretendono una quadro societario limpido e non corresponsabile al 50% delle magagne e dei bui. I soldi, ora ci sono, ma non vorremmo che, nella foga di contarli, i cinesi più ricchi del mondo, dimenticassero di comperare un buon centrocampista, stile numero 10 di una volta, un mediano dal tiro di sasso, alla Bertini, e una punta da affiancare a Martinez, perchè all’assalto delle fortezze avversarie non si può andare con i fanti.
L’Inter , cari Cinesi e italiani, vuol tornare grande, deve tornare grande e può farlo.
L’alibi Spalletti è, grazie a Dio, finito. Vediamo , ora, cosa sapete fare voialtri.
Giovanni Labanca