La brillante cavalcata europea delle squadre italiane hanno migliorato la considerazione che oltre frontiera hanno sul calcio nostrano. Da anni ci sentiamo dire che siamo scarsi, che non abbiamo giocatori di livello, che gli anni belli sono finiti e che siamo in netto declino. Dal 2010 non vinciamo una coppa internazionale, due volte la Juventus è stata finalista di Champions, poi il buio. Qualche semifinale sempre in Champions e in Europa League, poi pura desolazione, per sfortuna o per colpa nostra. I primi squilli di tromba li ha dati Roberto Mancini con la Nazionale, poi via, via la Juventus (già qualificata agli ottavi di Champions), il Napoli (gli basta un punto in casa con il Genk per seguire i bianconeri), l’Inter (manca una vittoria per andare anch’essa nelle prime magnifiche sedici) e l’Atalanta (vincesse in Ucraina, farebbe il miracolo). L’ultima giornata di coppa dalle grandi orecchie le quattro squadre di Serie A hanno collezionato tre vittorie e un pareggio, roba d’antan. Anche se a obtorto collo, qualcuno dovrebbe sottolineare la grandezza dei campioni d’Italia, unici negli ultimi cinque anni (eccezion fatta per la Roma) a tenere alto il tricolore, periodo in cui Milan e Inter erano vittime delle loro beghe societarie. Qualcosa è cambiato recita il titolo di un noto film, ne siamo convinti. Se Sarri è la prosecuzione di Massimiliano Allegri, Antonio Conte è il valore aggiunto dell’Inter, che da quest’anno sembra aver assunto anche una statura internazionale, non tanto nei risultati, quanto nella mentalità. Oseremmo dire consapevolezza, nell’autostima, dettagli dell’anima, che aveva ucciso molte delle prestazioni delle Inter precedenti. Diremmo cose scontate se pensassimo alle grandi occasioni fallite gli anni passati, alla poca lucidità nei momenti nevralgici, soprattutto nelle tante serate di passione gratuita, malcelata da atteggiamenti immaturi e superficiali. Casi disperati e neanche disparati, ma quando non si trova l’asso nella manica la mediocrità è dietro l’angolo se non ci sono uomini di lignaggio superiore. Altra storia. Milanesi compatte contro le provinciali. Inter contro la SPAL, Milan di scena a Parma. Apparentemente una passeggiata, ma entrambe trappole mortali, soprattutto per il prosieguo del cammino. In casa nerazzurra i tre punti sono fondamentali per tenere sotto tiro la Juventus, in casa rossonera per tornare a vincere e non trovarsi risucchiati nella zona salvezza. Troppo scontato pensare al peggio, non fa bene a nessuno.
di Beppe Vigani