Non c’è pace in casa Inter, tra gli ulivi di Appiano. Non c’è pace, sebbene la squadra lotti per la testa alla classifica. Quello che turba è il modo con cui certe partite non vengono vinte, quando le hai in pugno e ti sfuggono. Abbiamo buttato via la qualificazione agli ottavi di Champions per aver sbagliato una valanga di reti, quando sarebbe bastato un po’ di sangue freddo in più. Gente come Lukaku non può scagliare sul portiere due gol fatti e Lautaro non segnare a due passi. Erroracci che in Coppa ti costano l’occhio della testa e condizionano negativamente l’ambiente. Il valore della Champions ha un profumo diverso dalle altre competizioni, perché ti resta appiccicato sulla pelle per tutta la vita. Ne so qualcosa. Non posso attribuire alla stanchezza quello che è successo in settimana, comoda giustificazione per un pubblico meraviglioso, che aspetta la Champions come un assetato nel deserto.
Il percorso, comunque, si era già complicato dalla prima partita con il pareggio con lo Slavia Praga, per proseguire con il Borossia, che ci ha rimontati ben due gol. Sono scherzi da preti che non si fanno e tanta è la rabbia per aver fallito troppo presto un obbiettivo primario della stagione. Non mi sento di attribuire colpe specifiche a Conte, ma qualcosa di suo ci sta. Come di suo, ce n’è nell’inopinato pareggio di Firenze, quando la squadra, a un minuto dal termine, si è fatta trovare tutta sbilanciata in avanti, con metà campo sguarnito, attraversata poi, come un fulmine, da un ragazzino, tale Vlahovic che, spalla a spalla, ha tenuto a bada Skiniar, per poi battere con un sinistro da campione, Handanocic, sorpreso. Una vittoria sfumata così è amara. Sono punti che alla fine del campionato ti mancheranno e non basterà pentirsi, tutto l’anno del grave errore. Qui, Conte ha dato l’impressione di aver perso il controllo della squadra, se si è trovata sbilanciata in avanti ed aver fallito, un paio di nitide occasioni per raddoppiare. Bisogna trovare, già da oggi, la forza per reagire con il Genoa, che ha fame tremenda di punti.
In Europa League, in cui siamo retrocessi, dobbiamo stare attenti ai bulgari del Ludogorets, di Razograd, in testa al campionato per l’ottava volta consecutiva, già vincitore della Supercoppa di Bulgaria, ma con la peggiore difesa del torneo. Appena saputo dell’Inter, hanno ingaggiato il nuovo allenatore Vrba. In Champions è andata bene alla Juve e all’Atalanta, con Lione e Valencia, mentre al Napoli è toccato il Barcellona.
In campionato, mezza delusione per i cugini, che hanno dovuto festeggiare i 120 anni, costretti al pari dal Sassuolo.
Il Napoli, tanto per non smentirsi, ha messo in scena una nuova sconfitta casalinga, con Gattuso ancora stralunato. Prevedo un finale da brividi, visto che anche l’Atalanta ha rimediato un’altra sconfitta. Elettrizzanti il pari tra Verona e Torino e anche le rimonte della Roma ed ancora più incredibile della Lazio, che a Cagliari, nel giro degli ultimi due minuti di recupero, ha ribaltato il risultato portandosi a -3 dalle prime.
Domani sera, a Ryad, assisteremo ad una grande finale di Super Coppa Italia, tra biancocelesti e bianconeri, che faranno divertire mezzo mondo con un grande calcio.
di Sandro Mazzola