Altro fuoco amico in casa dei grillini. Il collegio del Probiviri, formato da Raffaella Andreola, Jacobo Berti e Fabiana Dadone, ha disposto dell’espulsione di Gianluigi Paragone dal movimento 5 stelle. “Sono stato cacciato dal nulla” è stato il primo commento di Paragone, che ha aggiunto su facebook “Si sono perse le radici anti-sistema. C’era una volta il 33%, ora….”
L’espulsione viene motivata anche per il voto espresso in difformità del Gruppo Parlamentare per la Legge di Bilancio, ossia la Finanziaria. Per la cronaca, dall’inizio della 18° legislatura, il Movimento 5 S ha espulso dodici parlamentari, sette deputati e cinque senatori. Una bella botta per il partito di Di Maio, che secondo gli ultimi sondaggi, ha la metà dei voti della Lega. A prendere le difese di Paragone, nel partito, ha fatto sentire la sua voce Di Battista. “Gianluigi è infinitamente più grillino di tanti che si professano tali. Non c’è mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui. Vi esorto a leggere quel che dice e a trovare differenze con quello che sostenevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%”.
Di Maio tira dritto. Discute solo sul governo che fissi gli obbiettivi e i loro tempi di realizzazione nei prossimi tre anni.
Risponde, per le rime Salvini: “Siamo in mano ad uno dei peggiori governi del dopoguerra, Conte non esiste, non ha un voto, ha scoperto il gusto delle poltrone e vuole rimanerci. Mi batte nei sondaggi? Alle urne non esiste”. “Il governo Monti – segnala il capo della Lega- era migliore. L’ho combattuto, ma almeno aveva un’idea, un progetto”. Conclude Salvini: “Oggi il PD è il peggio del peggio, la peggiore eredità che Berlinguer e Lama potessero augurarsi. La Gregoretti? Pronta a diciotto anni di carcere, ma voglio vedere i 55 votarmi contro”.
di Luigi Sada