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La nascita del collettivo Aura Safari

Alessandro Deledda della scuola Piano Solo di Perugia è il faro dell’ensamble che mette insieme funk, world, house music e soprattutto jazz

Insieme funk, world, house music e soprattutto jazz

La nascita del collettivo Aura Safari

Alessandro Deledda della scuola Piano Solo di Perugia è il faro dell’ensamble che mette insieme funk, world, house music e soprattutto jazz

di Riccardo Sada

Il progetto Aura Safari è jazz funky house che su etichetta Church è l’incontro fra un gruppo di amici appassionati di musica elettronica e vinili che hanno avuto la possibilità di essere guidati da Alessandro Deledda, produttore, pianista jazz e fondatore di una scuola di musica a Perugia. Sin dal primo momento si è creata una ensamble di cinque membri. È proprio Deledda a raccontare la nascita del collettivo Aura Safari, che da subito ha voluto mirare a qualcosa di concreto più che alla semplice sperimentazione. Con Deledda anche Andrea Moretti, Lorenzo Lavoratori, Daniele Melloni e Nicholas Iammatteo.

Quanto pesa in Aura Safari il tuo coinvolgimento con la scuola di musica Piano Solo e la sede di r12 per tutte le province confinanti il centro Italia?

“Io sono uno dei componenti della band nonché un musicista, produttore ed esperto didatta per r12. Quindi tutti i nostri dischi sono stati registrati e composti negli studi della scuola e il live è stato concepito e provato al suo interno. La possibilità di lavorare in uno studio di registrazione professionale con strumentazione di alto livello è stato importantissimo per la buona riuscita del progetto”.

In pochi mesi, siete riusciti a creare del materiale interessante.

“Abbiamo faticato un po’ per trovare il nome giusto. L’idea è partita con il prendere spunto da dei nomi che ci dicessero qualcosa con il sound che stavamo creando. In realtà il nome è un mix di altri nomi”.

Parte del gruppo veniva già da un preciso ambiente?

“È stato naturale per noi essere influenzati da questo mondo jazzy. La nostra città ci ha poi permesso, grazie al Red Zone Club e alle estati passate ad Umbria Jazz, di vivere momenti di questa scena che ci hanno inevitabilmente caratterizzato”.

Avendo storie ed età diverse, come avete incrociato le vostre influenze?

“In modo molteplice. L’impronta che ha il progetto Aura Safari è sicuramente stata influenzata dal jazz nelle sue varie forme. Hanno avuto particolare importanza anche funk, world music e house music nella sua globalità, a livello di sound. È quello che volevamo ottenere, in fondo”.

C’è un brano preferito all’interno dell’album?

“No perché ogni traccia presente nella tracklist ha avuto una sua storia e, in qualche modo, ci rappresenta. Ogni canzone a modo suo contribuisce a raccontare un po’ quello che è il nostro mondo”.

Avete strutturato un live set in modo alternativo?

“Per il momento ci sono state due occasioni per le esibizioni dal vivo. Siamo stati ospiti di Tangram all’Urban Club di Perugia, in occasione dell’apertura della stagione invernale il 21 settembre scorso. Il 16 ottobre invece siamo stati accolti da Raffaele Costantino nella sua trasmissione Musical Box, negli studi di Rai Radio 2 a Roma, con un minilive reperibile anche via podcast su RaiPlay Radio”.

Appena finita la lavorazione delle canzoni per il primo album, avete subito cominciato a lavorare a nuove produzioni.

“Volevamo evitare di dilungarci troppo con i tempi. Tra l’uscita del disco e la nuova mandata di produzioni abbiamo poi dovuto lavorare alla formazione ed all’affinamento tecnico e artistico del live per poter puntare sulla nostra proposta musicale. Inevitabilmente, questo lavoro portato avanti insieme i questi mesi, ci ha regalato un affiatamento e un equilibrio sempre maggiore nel tempo, che ci ha anche consentito di trovare un nostro modo di lavorare”.

www.junodownload.com/products/aura-safari/4146352-02