Autostrade, cosa fare?
di Giovanni Labanca
Non ci siamo occupati finora delle autostrade, talmente ingarbugliata è la situazione. Intervenire potrebbe sembrare prendere le parti di qualcuno e questo compito spetta al governo.
Noi, da parte nostra come utenti e cittadini, non possiamo essere assolutamente contenti di come vanno le cose: ponti che crollano, gallerie che ti crollano addosso senza preavviso e dobbiamo chiamarci pure fortunati se i morti non si sono susseguiti al di là di quelli patiti e pianti. La domanda che noi ci poniamo è questa: durante tutto il regime di Autostrade, i vari ministeri, in primis quello dei Trasporti, sembra si siano addormentati sugli allori, se nessuno mai dei suoi funzionari ha dato un’occhiata al lavoro che altri demandati a farlo non hanno riscontrato i difetti che poi sono usciti via via. Il Governo, la prima cosa che ha pensato di fare è togliere la concessione alla famiglia Benetton. Nessuno lo può impedire, ma quello che colpisce è la veemenza con cui l’esecutivo lo sta facendo, senza tenere conto che Autostrade ha la facoltà di ricorrere alla corte europea per ottenere un risarcimento non poco da ridere di milioni, che fanno tremare i polsi al nostro bilancio interno, tanto che non pochi partiti sono contrari a questo e vogliono battere la strada delle multe, prima di cercare altre concessionarie che, per la verità, non saprebbero da dove cominciare. Il campo è assai complesso e solo ora ci stiamo accorgendo che la vastità della materia, o per meglio intenderci, la grandezza e la peculiarità della nostra rete autostradale è tale che qualcosa potrebbe sfuggire ancora.
L’ex ministro Toninelli aveva cominciato a mettere il becco, pardon, stava approfondendo la materia, ma non ha avuto tempo per produrre nessun risultato, perchè tutti erano impegnati nella disputa accesissima della TAV. Aveva intuito che la cosa ben più importante, fosse il controllo degli operatori e la verifica puntuale dello stato delle cose. Si era preoccupato, l’inviso ministro, di sbloccare i tanti cantieri fermi e quindi di mettere sul mercato una buona quantità di milioni utili alla crescita del lavoro e, di conseguenza, alla asfittica economia dell’intero paese, sempre guardata con una certa indifferenza.
In questi giorni si deve decidere e qualsiasi scelta si faccia deve tenere in debito conto delle competenze dei nuovi eventuali appaltatori. In questi giorni, qualcosa si sta muovendo, anche se le alluvioni hanno portato altri disastri, cui bisogna mettere mano al più presto. E si ripropone il solito dilemma della competenza, dettata dallo screening dell’intera rete, che piange da nord a sud. Noi percorriamo sovente l’Autostrada per Taranto e siamo rimasti assai e felicemente sorpresi dei tanti lavori fatti, sia sull’aumento delle corsie fino a Pedaso, Pescara, per la cura con cui sono stati fatti. Ecco perchè, ci sentiamo di perorare un atteggiamento più cauto del governo, che non abbia tanta acredine verso nessuno. Una cosa è certa e bisogna farla. Punire i funzionari e quei tecnici che hanno lucrato, non hanno pensato al bene comune, ma ai loro sporchi affari. Ecco su questo siamo tutti d’accordo e non saremo certo noi a dispiacerci se qualcuno passa del tempo nelle patrie galere a scomputo delle malefatte. L’Italia si deve tutelare e fare tesoro dei grandi guai passati, perchè le strade sono di tutti e sulla sicurezza del manto nero che unisce il paese in tutti i lati, non si deve mai abbassare la guardia e i controllori avrebbero bisogno di essere controllati, a loro volta. Su queste considerazioni, c’è sullo sfondo il nuovo manufatto del Ponte Morandi, una lezione che, come sembra, dobbiamo ancora imparare del tutto. Che Dio ce la mandi sempre buona, per non piangere, tanto per essere legati alla realtà sul lavoro, un altro signor Ielpo di Lauria, che ha perduto la vita nella metropolitana milanese, per disgrazia o per altro. Altro capitolo, altra storia, ma sempre mondo del lavoro da tenere sotto scrupolosa osservazione.