Bene Inter, ma si può fare di più
di Luigi Rubino
Il girone di ritorno è appena iniziato. Quello di andata, l’Inter lo ha concluso quasi alla grande. Nessuna sconfitta in trasferta. Ventisei sono i punti conquistati lontano da casa, un po’ meno ( 21) quelli totalizzati al Meazza con una sola sconfitta contro la Juve e tre pareggi, arrivati nelle sfide con Parma, Roma ed Atalanta. Un bottino che i nerazzurri non conoscevano da tempo, grazie soprattutto al concetto di mentalità vincente e coraggio che stanno entrando nella testa dei calciatori con l’avvento del condottiero Antonio Conte.
Il distacco dalla Juve in testa è aumentato. Ora i bianconeri, con il pareggio dei nerazzurri a Lecce, hanno quattro punti in più. Tutto normale. Certamente. Anche se a Lecce, l’Inter ha buttato via una vittoria che si era aperta con il gol di testa di Bastoni; un ragazzo di grande qualità che, quatto quatto, ha ottenuto la fiducia di Conte e scalzato Godin. Una sorpresa? Non tanto. Anche perché Bastoni -, a differenza dello uruguaiano, il quale è più abituato a giocare a quattro – ha dimostrato, al di là di alcune errori dovuti alla sua giovane e poca esperienza, di essersi subito adattato non solo alla difesa a 3 ma, fattore importante, riesce meglio ad eseguire i movimenti che predilige Conte, impostando e dialogando con gli esterni, riuscendo nel contempo a garantire l’immediata copertura a centro della difesa.
L’Inter però può fare di più. Soprattutto ora che sono arrivati i rinforzi. Young e Moses è vero non sono giovanissimi, ma certamente sono pronti a dare un grande contributo sugli esterni, garantendo palloni volanti per la testa sia di Lukaku e forse anche di Lautaro Martinez; due bomber micidiali che con i loro movimenti spesso hanno messo in difficoltà le difese avversarie. C’è poi il probabile arrivo di Eriksen. Un grande colpo questo, anche perché, una volta che sarà messo nero su bianco, darà a Conte, forse per la prima volta, un centrocampo nerazzurro completo dove al dinamismo di Barella, la tecnica di Sensi, potrà essere aggiunto non solo talento, ma anche tanta qualità e fantasia grazie soprattutto alla presenza del centrocampista danese, grande assist –man e soprattutto giustiziere sui calci di punizione dal limite. Golazo, cosi fu sopranominato in passato dal tecnico Pochettino del Tottenham, Eriksen aspetta e quanto prima spera di debuttare nella Scala del calcio per intraprendere una nuova, grande e difficile missione in Italia, targata nerazzurra cioè provare a scucire dal petto lo scudetto ai bianconeri.
Il Cagliari, nel frattempo, dopo il cappotto di 12 giorni fa in Coppa Italia ( 4 a 1) torna a S. Siro, con l’intenzione di non ripetere un’altra brutta figura. Lo spirito, la concentrazione dei sardi potrebbe quindi essere diversa rispetto alla giornataccia di Coppa Italia. Perché il campionato è un’altra cosa. La riscossa cagliaritana in effetti si è incominciata a vedere al Rigamonti di Brescia la settimana scorsa, dove i rossoblu sono riusciti ad acciuffare il pareggio grazie alla tenacia del gruppo e al suo bomber d’eccellenza Joao Pedro, attualmente, terzo cannoniere del campionato con ben 13 gol.