Il confronto continua, liti comprese
di Giovanni Labanca
Speravamo, in cuor nostro, che dopo la grande confusione che le elezioni regionali, parliamo di due soli Regioni, tutto sommato, fossero finite 1-1 il risultato finale, ma con una sostanziale differenza che la coalizione di Centrodestra ha strappato la Calabria ai rossi ed ha vinto con un gran distacco. E giustamente gli azzurri hanno esultato nel modo dovuto. E non hanno potuto farlo, invece in Emilia Romagna dove il rosso è sempre il colore predominante, quello del San Giovese, e difficile diventa ogni gara. E’ stata dura, ma la coalizione di Salvini ha fatto il possibile ma non l’impossibile. L’impossibile sarebbe stato, appunto, impossibile. Il fatto che Salvini, dopo tanti attacchi sferrati e ricevuti, abbia abbattuto tante piccole roccaforti del PD camuffato come un lucertolone ambiguo che non ha avuto il coraggio di mostrarsi con tutta la sua figura, ma ha assunto via via diverse forme. L’anima dell’Emilia Romagna rimane sempre quella, anche se più di qualcuno ha trovato il coraggio di cambiare scheda. Sarà per la prossima volta, quando il quadro politico generale può avere connotati diversi. Non ne fa un dramma Salvini, anche perché contro di lui specialmente,ci si sono messe anche le sardine, una nuova formazione politica che, ondata su ondate nelle piazze, ha creato un altro partito, naturalmente tutto barra a sinistra, prontamente raccolto, come i profughi, dai barconi del magnanimo PD che non vedeva l’ora di farse carico al più presto.
In Calabria si è ballato e cantato con la tarantella e hanno avuto da ridire anche su questo. Lasciateli sfogare dopo tanto tempo. Sul fare e come fare ci sarà da pensare e tanto, ma intanto è stato bocciato il vecchio fare. Qualcuno obietta che questa volta la malavita calabrese abbia voluto spostare i voti dall’altra parte per vedere l’effetto che fa. Siamo curiosi di vedere in questi cinque anni come saranno affrontati problemi mai risolti, vecchi e nuovi, se gli arresti continueranno o cambieranno faccia. Quello in cui c’è da sperare che cambi qualcosa nella testa della gente, dei cittadini comuni, perché è proprio nel loro di fare che avvengano i cambiamenti, si mantengono le vecchie abitudini. Dopo tanti anni, dopo che il voto ha pure avuto il suo valore, vorremmo una partecipazione attiva e cristallina, non solo nella Calabria dove le strade da fare sono tante, ma anche nell’eccelsa Emilia Romagna, dove pure di strade con buche e ne saranno da rifare, specialmente, nel Cesenate e il suo entroterra. In senso più ampio, nelle due Regioni i soldi vanno e vengono che è una bellezza e domandiamoci come mai le cooperative non finiscono mai, come non finiscono mai i voti di scambio nel Sud.
Dispiace tornare sempre sugli stessi argomenti, ma l’Italia è questa, ma mettiamoci un goccio di speranza in più e anche un po’ di saggezza. Basta con l’odio personale, basta con parole spropositate ed offensive e torniamo alla civiltà del vivere, al piacere del dialogo e della dialettica, pur avendo coscienza che chiediamo troppo alla bontà divina. Lo chiediamo lo stesso.
Calabria e Emilia, perchè non allunghiamo un po’ braccia e ci scambiamo un impegno di collaborazione, di vero regionalismo, quello costruttivo?
Il Clima non è ancora tanto sereno, ma dopo qualsiasi tempesta, è sempre tornato il sereno, anche se nuove nuvole nere volteggiano cupe sul governo, dopo il ritiro di Di Maio, che ha scoperto i suoi nemici troppo tardi. Intanto si tiene calda la sua poltrona e a litigare ci manda gli altri. Meglio guardare cosa succede e tenere la testa al riparo dietro una finestra.
Un grande tema questo, che è da leggere anche in prospettiva del futuro.