USA, venti di pace verso Israele
di Luigi Sada
Il presidente Trump rilancia in Medio Oriente un piano di pace che potrebbe porre fine allo stato di guerra fra Israele e i palestinesi, che dura fin dalla nascita , nel 1948, dello stato ebraico. I palestinesi, da quello orecchio, fanno finta di non sentirci, dal momento che gli Stati Uniti, per appianare una volta per tutte,hanno messo sul piatto 50 milioni di dollari, che non sono certo noccioline,per Hamas e compagni che soffrono la fame ogni giorno, specialmente nella striscia di Gaza. Trump, giustamente, sostiene che la soluzione per risolvere il problema è due stati, ma giustamente, Israele respinge l’ipotesi di dividere in due Gerusalemme.
L’offerta include un territorio contiguo, se i palestinesi,una volta per tutte, rinunceranno al terrorismo. Son i cardini del piano di pace per il medio oriente che Trump ha presentato alla Casa Bianca, insieme al premier israeliano Netanyahu.
Gerusalemme dovrebbe restare capitale indivisa dello stato di Israele e il governo di Tel Aviv dovrevve fare alcune concessioni dove gli USA apriranno una ambasciata nella parte ets della città, che diventerebbe la capitale del futuro stato Palestinese. C’è da chiedersi,però, se Israele accetterà questa soluzione, dal momento che fra gli insediamenti futuri dovrebbe essere inserito il territorio della valle del Giordano.Intanto, gli Stati Uniti hanno fatto sapere che faranno il possibile per convincere, in particolar modo Amas e Abumazzen che riconosceranno le colonie israeliane nei territori, come parte di Israele.Ma l’offerta è stata respinta da tutte le componenti palestinesi. Per Amas i piano è aggressivo, per gli Hezbollah, proposte insensate, mentre l’Iran sbandiera il tradimento. Il piano di Trump riconosce a Israele la sovranità della Valle del Giordano e altre aree strategighe di Giudea e Samaria. La Lega araba potrebbe riunirsi nei prossimi giorni, ma la lettura preliminare sottolinea una consistente erusione che lede i diritti umani ai palestinesi. Insomma,una bella, quella americana che scontenta ,per, entrambi le parti, anche se agli abitanti di Gaza fa gola 50 miliardi di dollari.
E’ intervenuta anche la Turchia che con Erdogan fa rimarcare che ” inaccettabile dare ai Israele Gerusalemme, città sacra ai musulmani. Il governo con la stella di David quanti sacrifici nel 1967 hanno dovuto fare per conquistare e riunificare Gerusalemme.