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Arbitri, c’è confusione

Occorrono regole più chiare

Arbitri, c’è confusione

Occorrono regole più chiare

di Luigi Rubino

L'arbitro Luca Pairetto
     L’arbitro Luca Pairetto

Non ci sono dubbi. Da quando è stato introdotto il Var nel campionato di calcio la quantità dei rigori fischiati dai direttori di gara sono aumentati. Tutti falli evidenti. E poi sono tutti da punire? I dubbi rimangono. Le polemiche e le delusioni non mancano. L’errore dove sta? Partiamo da quella relativa al fallo di mano, regola controversa, che spesso per via dei numerosi cambiamenti subiti  ogni anno, manda in confusione non solo gli arbitri, ma anche  gli addetti ai lavori. A questo punto quale sarebbe miglior soluzione? Più che introdurre il challenge Var,  come proposto dalla Figc per dare la possibilità  alle squadre di poter richiedere da parte dell’arbitro l’on field rewiew, cioè la valutazione  sul monitor dell’azione dubbia, come avviene già nel tennis e nel Nba, che farebbe aumentare di più i tempi di conclusione di una partita,  non sarebbe meglio tagliare la cosiddetta testa al toro ed assegnare il rigore  solo in chiare occasioni da gol in caso di sgambetto o mani in area che, attenzione vanno verso il pallone e assegnare al limite una punizione meno severa ( punizione a due in area) qualora il pallone, dopo un tiro, colpisca involontariamente  una mano di un avversario in area? Secondo punto. Molta attenzione, a mio avviso, dovrebbe poi essere dedicata al fuorigioco, se non si vuole uccidere il calcio, o meglio il gioco più bello del mondo, dove purtroppo girano miliardi.  Sul non fischiare un off side millimetrico, è d’accordo anche  l’Ifab, il massimo organo internazionale che detta le  regole calcistiche. Le decisioni – ha fatto capire chiaramente il segretario generale,  Lukas Brud, in un suo intervento – è quello di dare più importanza ai guardalinee. La tolleranza sul fuorigioco? “Risolvere solo gli errori chiari ed evidenti e non arbitrare in questo caso al video”.