Riqualificazione del Velodromo Vigorelli
Lo storico impianto che dal 2015 è in via di riqualificazione nell’ambito del progetto urbanistico di Citylife, dopo il ripristino della pista in legno ha visto completati nei mesi scorsi i lavori di rifacimento del campo interno destinato al rugby e al football americano.
Il velodromo Maspes-Vigorelli, nato in origine per il ciclismo su pista, viene oggi utilizzato principalmente per il football americano: vi giocano in casa due squadre di Prima Divisione, i Seamen Milano ed i Rhinos Milano.
Il velodromo Vigorelli fu costruito nel 1935 con una pista in legno lunga 397,7 metri, larga 7,50 m. La pendenza massima in curva è di 42 gradi. Il legno originario era pino di Svezia, sostituito dall’abete rosso della val di Fiemme dopo i danneggiamenti della guerra.
A seguito di un bando di concorso bandito nel 2012, venne presentato un progetto di riqualificazione che comportava fra l’altro la demolizione della pista in legno, cosa alla quale si oppose la Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Lombardia, dichiarando la struttura d’interesse storico-artistico, storico-relazionale e storico-identitario, ed apponendovi quindi un vincolo conservativo (già efficace comunque “ope legis” in quanto edificio pubblico risalente ad almeno 70 anni fa).
Il progetto di restyling dell’impianto entra quindi a far parte dei lavori a scomputo degli oneri di urbanizzazione – pari a 6,3 milioni di euro – per la realizzazione del quartiere di Citylife, caratterizzato dalle tre torri oggi in via di completamento, e viene approvato dalla giunta milanese nel dicembre 2014.
Il 2 giugno 2016 si sono conclusi i lavori di riqualificazione della pista in legno del velodromo, e nello scorso ottobre quelli per il campo centrale.I lavori ancora da effettuare per rendere completamente fruibile l’impianto sono la ristrutturazione degli spogliatoi e il rifacimento degli impianti, che dovrebbero essere completati per l’inizio del 2020. È probabile che, nelle aree esterne al Vigorelli, dove era previsto inizialmente uno spazio di parcheggio, vengano realizzate una pista per Bmx e una pump track.
Il manto
Il manto erboso sintetico che già rivestiva il campo centrale del Vigorelli è stato sostituito con un sistema completo di nuova generazione.
Il filato con cui è realizzata l’erba sintetica è dato dall’unione di tre tipologie con sezioni e spessori compatibili per raggiungere il massimo risultato in termini di resilienza, prestazione e durata. Da un punto di vista tecnico il prodotto si compone di tre specifiche sezioni, due delle quali finalizzate al raggiungimento delle massime prestazioni e una finalizzata al contenimento degli intasi, garantendo in questo modo una minore migrazione dei materiali e un campo perfettamente planare.
Le due fibre a maggiore spessore hanno una resilienza massima, comprovata da specifici test, mentre la terza fibra tende a chiudersi a protezione dell’intaso lavorando in sinergia con le altre due.
Il sistema risulta molto compatto in termini di altezza filato e numero di punti/mq, ciò che consente di coniugare l’ottimale efficacia prestazionale con un elevato livello estetico del manto.
La scelta di utilizzare un manto in altezza 45+2 mm è stata fatta in considerazione delle quantità di intaso e della fibra libera che si vuole raggiungere. L’intaso di stabilizzazione per 18 Kg/mq, corrispondente a 14 mm di riempimento, con l’aggiunta dell’intaso prestazionale (in gomma nobilitata omologata FIGC-LND) per 10 Kg/mq, corrispondente a 20 mm di riempimento, compongono il sistema più adeguato, in termini di prestazioni e di comfort, per il gioco del football americano, come dimostrato dal mercato statunitense, dove la tendenza è quella di ridurre l’altezza dei filati facendo ricorso a sottotappeti altamente performanti.
Questa composizione di intasi lascia libero uno spessore di 11 mm di fibra, misura ideale per l’interazione tra tacchetti delle scarpe (normalmente mezzo pollice) e la componente intaso/fibra.
LA PISTA CICLISTICA
L’intervento sulla storica pista in legno ha richiesto uno studio accurato della situazione qualitativa dei componenti, abbandonati da tempo al degrado ed agli elementi atmosferici; il progetto, ha quindi dovuto prevedere azioni rispettose della storia del manufatto, con un uso di materiali idonei per caratteristiche fisiche e meccaniche e per la protezione di detti materiali con prodotti naturali che permettessero le naturali dilatazioni, e la difesa dagli agenti atmosferici all’esterno e da quelli chimico-organici al di sotto della pista stessa; il tutto, sotto il controllo della Soprintendenza.
Al termine delle indagini e dei sopralluoghi preliminari risultava che la pista in legno fosse recuperabile all’uso con un intervento di manutenzione straordinaria improntato alla conservazione delle tipologie costruttive e dei materiali impiegati sin dall’origine per l’impianto, con la sostituzione degli elementi non recuperabili e la rimessa in uso di quelli ritenuti invece riutilizzabili. Quindi l’utilizzo di abete nazionale opportunamente lavorato e trattato e di schemi di intervento congrui con quelli già realizzati in passato.
Il risultato finale è stato quindi garantito dall’utilizzo del legname corretto, l’abete rosso approvvigionato presso la segheria della Magnifica Comunità della Val di Fiemme, le cui fibre sottili e ben proporzionate, unite ad una nodosità bassa e di ridotte dimensioni, ben si presta, fin dal 1946, all’ utilizzo per le manutenzioni in luogo dell’originario pino siberiano con il quale era stato realizzato il pavimento del 1932.
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Foto di Davide Corsiero, Faggion spa e BG