Serie A: rinvio più vergognoso degli stadi vuoti
Ha vinto ancora la Juve
Giovanni Labanca
Lo strapotere politico-economico, costruito sulla pelle degli italiani sporti, della Signora di Torino ha prevalso ancora una volta sulla Lega che è comanda a bacchetta e sullo stesso governo, fuscello in balia del vento.
Fino a stanotte, si era deciso che Juventus-Inter, Milan-Genoa, Parma-Spal e Sassuolo-Brescia si sarebbero giocate regolarmente, ma a porte vuote, per non falsare il campionato, anche a costo di perdere gli incassi che, in qualche modo, il governo del calcio avrebbe fatto recuperare in un secondo momento. Giusta decisione, anche se presa a malincuore e con tanto dispiacere da parte dei tifosi. Pazienza. Uno spiraglio, flebile, aveva squarciato il tempestoso cielo: la Juventus, unica società, si è rifiutata tassativamente contro ogni logica di decenza e giustizia, di rimborsare i biglietti, quei pochi che restavano, dato che il misero Allianz non può contenere più di quattro gatti messi in fila per otto. Apriti cielo, finanche il Codacons e Altro consumo avevano già preannunciato azioni legali contro la Juve. Questa, da furbastra che è sempre stata, si era, anzi si è fatto cucire addosso un vestito dai migliori sarti messi insieme, a cominciare da Latrico, Lebole, per finire a Campana, l’equivalente ad uno statuto in cui si legge, in un articolo, che per motivi fiscali, la società non è tenuta a rimborsare i biglietti venduti, anche se la sospensione della partita stessa fosse dipesa da un calamità naturale o cosa del genere. Roba da matti, anzi da Juve, unica come sempre. L’ira dei paganti ha superato ogni limite. Dicevamo che questo fatto ha portato a supporre che la società bianconera avesse ricevuto un bell’uccellino, non quello di Del Piero, a suggerire qualcosa nelle orecchie della dirigenza, in merito alla partita, supponendo una deroga speciale, che le avrebbe permesso di giocare, con tanto di pubblico.
Perentorio, in serata, arriva il laconico comunicato ufficiale: la partita di giocherà a porte chiuse, o meglio a stadio vuoto, perchè il derby d’Italia era troppo importante, cadente in un momento caldo del campionato, come una specie di spareggio, questione di vita o di morte, se la faccenda la si guardasse dalla Madonnina o dalla Mole. A malincuore, la decisone drastica spazzava qualsiasi altra ipotesi. Invece, nelle ore notturne, quando si organizzano i più truci tranelli e si consumano i più disumani agguati, Giovanni Malagò e Luigi Spadafora, con l’avallo delle interessate società, decidono che le suddette partite sono state rimandate al 13 maggio, tutto questo per non trasmettere all’estero, al mondo intero (sai quanto se ne fregano di noi e dell’Italia), le squallide immagini degli stadi vuoti, ripresi dalle televisioni di 170 paesi. Poveri noi, che figuraccia avremmo fatto, peggio di quella che il pianeta intero, Luna compresa, è schifato di vedere con l’immondizia con topi danzanti inclusi che coprono Roma, la ex caput mundi, le discariche tossiche, le case di Amatrice ancora rimaste per terra, in attesa di qualcuno che le ripulisca dopo quattro anni dal terremoto e tante altre amenità, di cui è meglio tacere. L’Italia, ora, il bel Paese di Stoppani, di Leonardo da Vinci, di Michelangelo, di Verdi, tanto per citarne qualcuno, è salva e il signor Malagò ed il ministro Spadafora possono dormire sonni tranquilli, veramente tranquilli. Dov’erano questi signori l’altra sera giovedì, quando hanno trasmesso le vittoria dell’Inter sul Ludogorets, giocata nel deserto si San Siro? Giocavano a scopone.
Il 13 maggio, per tornare sul pezzo, il campionato è già finito, con le posizioni ben delineate, a tal punto che si potrebbe farla finita subito e dichiarare, per legge, la Madama vincitrice di un altro dei suoi tipici scudetti. Il mondo sportivo, quello non inciucciato, ha appeso con disprezzo questa forsennata decisione, che danneggia, nella logica delle cose, più ancora di aver fatto vedere quanto sia bello lo Stadium (ma è un termine in dialetto torinese?) di Torino vuoto e bello pulito, con i fantasmi di un passato molto chiacchierato dei bianconeri.
Gli sportivi non apprezzano e non gradiscono questa decisione, non la giustificano, perché anacronistica e surreale, quando la triste realtà sanitaria italiana è ben nota a tutti e che il mondo scientifico ne apprezza le misure adottate, con cognizione, sottolineando anche la lenta ripresa a vita normale di città come Milano, sbattuta, more solito, in prima pagina, con una foto del 1600, in bianco e nero, con i monatti ripresi in giro con i loro carretti pieni mentre si recavano verso la soglia di uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna che….portava una bambina di nov’anni, Lucia.