Champions: Quattro reti e si va ai quarti di finale
Elogio della follia bergamasca
Giovanni Labanca
Chiunque abbia visto la partita ieri sera, avrà parlato di pura follia, quella della Dea che, forte del 4-1 dell’andata, avrebbe potuto farsi una passeggiatina in quel di Valencia, ma, al contrario, subito dopo il fischio dell’arbitro, è partita direttamente con la quarta innestata, tanto per non perdere l’abitudine.
E ha fatto bene, perché ha subito tramortito l’avversario e chiuso il discorso qualificazione. Un uomo, sempre lo stesso, fino alla fine, ha castigato gli spagnoli e si chiama Josep Ilicic, bomber di professione, dal fisico bestiale e dalla infinita voglia di buttare la palla dentro, appena ne ha l’occasione. I compagni lo hanno accontentato in tutte le maniere, ma egli stesso si è dannato l’anima per frantumare i malcapitati difensori avversari. Prima si procura il rigore, che trasforma con potenza, come si dovrebbero tirare tutti i rigori, poi rimedia al pareggio momentaneo del Valencia, con un altro rigore. La squadra iberica, pur conscia della sua situazione, non si è arresa del tutto, anzi, per ben figurare e far gioire i suoi tifosi che tifavano dall’esterno dello stadio, si è portato addirittura in vantaggio, per cadere poi, definitivamente, sotto il maglio dello sloveno che, come il vino, più invecchia e più diventa buono. Non lo diciamo noi, ma lo ha detto lui a fine partita, con Gasperini e Percassi al settimo cielo, per aver raggiunto un traguardo mai sperato lontanamente, nemmeno nei sogni più belli. Un quarto di finale della vecchia Coppa dei Campioni è orgoglio puro, per una squadra di provincia, che in poche occasioni aveva travalicato le Alpi, per l’Europa. Miracolo, chiamatelo come volete, ma miracolo è ,costruito senza aiuto alcuno di santi in Paradiso, ma da quel genio e sregolatezza che risponde al nome di Gasperini, con il supporto del presidente Percassi, che con grande maestria e sacrifici gli ha preparato il terreno adatto per quella che oggi, dobbiamo chiamare semplicemente “Impresa” con la I maiuscola. Questa è stata dedicata tutta alla città che lo ha potuto leggere su uno striscione improvvisato “Bergamo è per te mola mia”. Lo meritava la mola delle belle echeggianti valle al sapore di gorgonzola e latte sopraffino. E’ gente paziente,ma quando ci si mette, arriva sempre a qualcosa di formidabile, come a diventare una delle otto più forti squadre dell’Europa, con la buona prospettiva di andare ancora avanti, visto che le altre grandi prendono gol a grappoli e non sono invincibili.
Vincere in questo modo è da gran campioni, veramente e Gasp ne è felice.
“Avevo detto ai ragazzi di giocare come se fosse ancora la partita d’andata e lo hanno fatto. La voglia di strafare è sempre uguale, perchè i ragazzi hanno assimilato tutto a meraviglia e, soprattutto, hanno una grande voglia di vincere sempre e non fermarsi mai, proprio mai. Bene così, fino alla fine ,per vedere fin dove possiamo arrivare. Non ci sentiamo affatto appagati, perchè sentiamo di avere le forze di mettere in difficoltà qualsiasi squadra”. Sentito che musica? E c’è da credergli , se il materiale a sua disposizione è di prima qualità assoluta. Ne vedremo delle belle, specialmente se il sorteggio prossimo non gli metterà di fronte uno squadrone , ma di questi tempi, non ce ne sono. Sono tutti abbordabili.
Una partita da incorniciare e da tenere ben a mente, giocata con il grande dispiacere di non aver avuto spettatori per via del maledetto virus, che aveva comperato tutti i biglietti disponibili. Un vero peccato per il calcio. Quando durerà,porca miseria? Speriamo tutti ancora per poco, molto poco perchè è già tanta la punizione che ci ha inflitto.