GIRO – La Carovana Rosa entra nel Paradiso del Pollino
Tappa Castrovillari-Matera
di Giovanni Labanca
“Nge no monte che pare da vicino,
Ch’è numminato ppe tutto lo munno,
Si chiama la montagna de Pollino,
E mienzo c’è nu largo tunno, tunno,
Che sarà quattro miglio de cammino,
E d’erive vertuluse è chieno a funno.
Apposta Apollo se l’ha fatto fare
Ppe nge venì la state a velleggiare”
(Versi tratti da “Lo Calascione scordato”, del poeta dialettale napoletano Domenico Barltolo, edito da “Ciao Lucania-Edizioni Milano”, a cura di Fedele Mastroscusa e Francesco Giorgio ).
Raramente un articolo comincia con dei versi in dialetto.Questa volta abbiamo scelto,per motivi sentimentali e professionali, un’ottavina di un componimento di Domenico Bartolo, poesta dialettale napoletano – calabrese, assai comprensibile e che dà l’esatta prima impressione del monte Pollino, alto 2271 metri, , che fa da confine tra Lucania e Calabria , preferiamo Lucania al secondo termine ufficiale Basilicata per motivi storici e non burocratici. Il monte dà il nome al Parco Naturale più grande d’Italia, con i suoi 192.565 ettari, che comprendono bel 56 comuni,24 in Lucania e 32 in Calabria ( a noi sono sempre sembrati troppi per varie ragioni,ma la politica decide sempre sulla praticità e ragionevolezza). E’ un area protetta che comprede una natura incontaminata, con flora e fauna uniche, in un continuo susseguirsi di vallate e piani fino alle vette del Dolcedorme e le varie Serre di incomparabili bellezze. Il suo simbolo è il Pino Loricato , che cresce solitario al di sopra di faggete e abetine, oltre i 1600 metri, in un ambiente ostile e pietroso. La sua “lorica” lo difende da tempeste di neve e lo protegge da secoli. Peccato che l’esemplare più grande sia stato bruciato senza motivi apparenti. Tutto il territorio è un gran bel vedere e al suo interno è fiorita una discreta attività turistica legata alla montagna, d’inverno e d’estate, con la realizzazione di una discreta attività ricettiva che vede nei numerosi agriturismo un punto fermo e di richiamo per i turisti, che cominciano ad arrivare numerosi, dando sfogo ad una economia tanto attesa. Il Pollino è tornato a vivere con il recupero della sua vocazione agricola, con vecchie specie e nuove sperimentazioni, con l’assistenza della Regione. La popolazione ne ha preso coscienza e ne sfrutta le potenzialità economiche. Non è solo questo a dare speranze di una vita migliore,ma anche lo sport della neve, dello sci , che ha creato un discreto indotto, grazie soprattutto alla buona volontà di giovani coraggiosi. Lo Sci club più importante è quello di Terranova di Pollino, fondato e diretto da Giovanni Izzi, quarantacinque anni fa, attorno al quale si è sviluppato il Pollino Sci di Isabella Salamone e Pollino Adventure di Pasquale Larocca, il campione del mondo di sci di fondo , vincitore della classica di 300 chilometri ,in Alaska e futuro partecipante alla 500 km del prossimo febbraio. Altre a quello di Terranova, in ogni paese sono nate associazioni sportive, ben frequentate da ragazzi che hanno trovato sfogo in questo nuovo sport. L’attività estiva non è da meno, con passeggiate alla scoperta del monte.
Ecco, dopo questa veloce sintesi,speriamo di avervi dato l’idea della magnificenza del territorio che la Carovana Rosa attraverserà per la prima volta e che ha suscitato entusiasmo ed interesse in tutti i comuni che vedranno sfrecciare i girini per per loro stradine ,per un giorno di gloria, visto che la televisione trasmetterà l’intero affascinante percorso. Vediamolo, dunque, a sommi capi, seguendo lo “spermatozoo mediatico”, per mettere in luce un mondo sempre abbandonato e che solo ora comincia ad essere conosciuto.
Il primo centro, si tratta in realtà di paesi che non superano i 1500 abitanti, dediti prevalentemente all’agricoltura, che i corridori incontrano è Rotonda, sede dell’Ente Parco del Pollino e centro di produzione della melanzana rossa. A pochi chilometri, ecco Viggianello, uno dei borghi in lizza per essere votato il più bello d’Italia, cui seguono San Severino Lucano e Francavilla sul Sinni, attiva località con vivace zona industriale. Si passa, sempre viaggiando sulla Sinnica,in territorio di Senise, 7 mila abitanti, la Firenze del Sud per la sua panoramica bellezza e capitale del Peperone, “u zafaran”, famoso in tutto il mondo , per arrivare a costeggiare, dopo l’Hotel Villa del Lago, la diga di Montecotugno, la più grande in terra battuta d’Europa, che fornisce acqua al Metapontino e alla Puglia. E’ sede del sito web, La Siritide ( con chiaro riferimento al territorio) fondato e diretto da Mariapaola Vergallito e Giuseppe Panaino, accreditato tra i più seguiti d’Italia. Poca strada e dopo San Giorgio Lucano, una volta ricca di fornaci per la produzione di piatti e quant’altro servisse a tavola, eccoci a Valsinni, sotto il castello di Isabella Morrra, la sfortunata poetessa del 1600, trucidata dai fratelli per stupida violenza e gelosia. Valsinni la celebra con performance teatrali e convegni vari, senza dimenticare il maestro Pasquale Montesano, autore di poesie e musica dedicate,per lo più ,al suo paese natale. Lasciata Isabella al suo lamento straziante, attraversiamo il fertile territorio di Tursi, dove crescono le arance più buone d’Italia e patria nativa del poeta dialettale Albino Pierro, più volte candidato al Premio Nobel, per la poesia.
Si lascia la comoda superstrada Sinnica e si riprende la vecchia statale che conduce all’interno della provincia Materana, accolti dalla spettrale visione del paese fantasma Craco, sede dell’esilio di Carlo Levi che qui scrisse il famoso “Cristo si è fermato ad Eboli”. Strada tortuosa che si incrocia con quella che porta a Ferrandina e Pisticci, quest’ultima famosa per ospitare lo stabilimento dell’Amaro Lucano, sede dal 1894, di uno dei brend più apprezzati d’Italia, frutto di una paziente ricerca di Pasqale Vena. Non ci possiamo fermare, anche se un goccetto di amaro non guasterebbe, cosa che faremo a Milano, proprio dove Lucano ha la direzione generale. Matera, dopo 188 chilometri, ci attende con i suoi Sassi di cui ci occuperemo più approfonditamente, come con impazienza aspetta lo scatto di Domenico Pozzovivo, da dedicare ai suoi tifosi lucani e a Montalbano Jonico, suo paese natale.
Castrovillari
Reperti archeologici, ritrovati sulle sponde del fiume Coscile (antico “Sybaris“) e custoditi nel Museo Civico della città, testimoniano la presenza del sito, sin dall’epoca paleolitica; le prime forme di vita organizzata, tuttavia, risalgono all’epoca ellenica e bruzia. Ruderi di ville romane testimoniano una colonizzazione romana, da cui deriverebbe l’antico nome della città Castrum Villarum cioè “Fortezza delle ville”. La sua storia per nancanza di documenti risulta frammentaria fino a che, nel 1064 d.C., i Normanni, con a capo Roberto il Guiscardo, conquistarono la città. Il dominio normanno si prolungò fino al 1189 ,quando Costanza d’Altavilla, ultima discendente della famiglia normanna, sposò Enrico VI della famiglia sveva, il potere passò agli agli Svevi. Gli Svevi dominarono la città fino alla battaglia di Benevento, nel 1266, quando tutta l’Italia meridionale, compresa Castrovillari, passò nelle mani degli Angioini, fino al 1400, quando, Ferdinando I d’Aragona riuscì a conquistare definitivamente Castrovillari. A questo periodo dobbiamo il Castello Aragonese, che finito di costruire nel 1480, serviva a quello di proteggere i cittadini, ma a frenare le continue rivolte dei Castrovillaresi stessi, ostili agli aragonesi, fatto dalla frase in latino incisa sotto lo stemma che troneggia sull’ingresso del castello: “ad continendos in fide cives.” In seguito, la città passò direttamente sotto l’autorità imperiale per finire poi infeudata alla famiglia degli Spinelli di Cariati, che la ressero fino all’eversione della feudalità (eccetto il periodo dal 1579 al 1610, durante il quale la città appartenne alla famiglia Sanseverino di Bisignano). Nel 1700 i Borbone si impossessarono di tutta l’Italia Meridionale; nel 1806, quando le truppe borboniche furono sconfitte dall’esercito francese di Napoleone a Campotenese, e conquistarono Castrovillari. L’arrivo dei francesi apportò l’abolizione della feudalità, degli ordini monastici,mentre concesse alla borghesia emergente enormi quantità di terreno a discapito della nobiltà, costretta a vendere anche i propri titoli nobiliari. Le novità francesi portarono all’urbanizzazione del Piano dei Peri e consentì alla città di espandersi verso l’attuale corso Garibaldi.. Sotto il dominio francese fu istituito anche il distretto di Castrovillari, che riconobbe alla città il ruolo guida del suo territorio. Caduto il dominio napoleonico, con il congresso di Vienna del 1814, i Borbone ripresero il controllo fino a che il Risorgimento italiano non fuse i Castrovillari con il resto d’Italia. Castrovillari contribui all’Unificazione d’Italia, Nel 1860, Giuseppe Garibaldi ospitato dal colonnello Giuseppe Pace arrivò trionfante a Castrovillari e poco dopo, in piazza San Giuliano, si svolse il plebiscito popolare per l’Unità d’Italia che fuse la storia della città con quella dell’Italia, La città partecipò attivamente alle guerre mondiali subendo nel 1943 duri bombardamenti. Nel 1992, durante la X legislatura, Castrovillari stava per diventare provincia; ma ha subito la bocciatura del corrispondente disegno di legge come una cocente delusione. La città,comunque, pur non essendo capoluogo di provincia, continua a essere punto di riferimento principale per i paesi del territorio.. La città, ad esempio, è il centro d’attrazione territoriale per gli istituti scolastici di secondo grado ed è anche sede dell’Archivio di Stato, nonché località principale della Comunità Montana Arbereshë del Pollino.
MATERA
Matera, 60 411 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia è il più grande comune per superficie della Basilicata. Deve la sua notorietà per essere la “Città dei Sassi” e “Città Sotterranea“, per cui è conosciuta in tutto il mondo per gli storici rioni Sassi, che ne fanno una delle città ancora abitate più antiche al mondo. L’anno scorso è stata Capitale Europea della Cultura, titolo che gli è valsa ulteriore notorietà , visto che i Sassi sono stati riconosciuti il 9 dicembre 1993, nell’assemblea di Cartagena de Indias (Colombia), patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, primo sito dell’Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento. Nel 1663 fu separata dalla provincia di Terra d’Otranto, di cui aveva fatto parte per secoli, per divenire, fino al 1806, capoluogo dell’allora provincia di Basilicata nel Regno di Napoli. Durante questo periodo la città conobbe un’importante crescita economica, commerciale e culturale. Matera è stata la prima città del meridione a insorgere contro il nazifascismo ed è per questo tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione essendo stata insignita nel 1966 della medaglia d’argento al valor militare e tra le città decorate al valor civile essendo stata insignita nel 2016 della medaglia d’oro al valor civile.Il 21 novembre 1954 è stata proclamata, con delibera comunale, Civitas Mariae; Papa Giovanni Paolo II la visitò il 27 aprile 1991, definendola città della Visitazione e del Magnificat. Il 17 ottobre 2014 è stata designata, insieme a Plovdiv (città bulgara), capitale europea della cultura nel 2019. Sono stati i Sassi, definiti per le sue condizioni igieniche, la vergogna d’Itala, cui andava posto mano al più presto. Con la barca di soldi messi a disposizione dal governo, vennero, prima, liberati degli abitanti che ancora vi vivevano e successivamente ripuliti e trasformati in musei,per aver tenuti celati opere di estremo interesse culturale. Pasolini fu il primo a prenderla in considerazione per le sue somiglianze alle cittadella Giudea, per ambientarvi il film sul Vangelo. Da allora fu un susseguirsi di famosi registi a sceglierla come sfondo per film che hanno avuto grande successo, ultimo quello di James Bond. La città, rimessa a nuovo e lustrata a dovere, anche per aver ospitato il capodanno RAI, è meta continua di turisti provenienti da ogni parte del mondo, desiderosi di visitare uno dei siti più antichi del mondo. L’arrivo della tappa le rende ancora notorietà e le conferisce un salto ulteriore per essere riconfermata città turistica per eccellenza.