Ciclismo: 10° tappa Lanciano-Tortoreto con pochi brividi
di Giovanni Labanca
Lanciano-Tortoreto, è la prima tappa dopo il riposo e si gode sempre la terra aspra d’Abruzzo, tra il verde della collina ed il flusso delle onde Adriatiche. E’ come una specie di piatto mare-monti che ci tocca mangiare e, per la verità, non ce ne dispiaceremo affatto.
Abbiamo lasciato, non senza dispiacere e nostalgia, il Gargano prima, divenuto la dimora estiva preferita per le vacanze e poi quella minuscola Roccaraso, che si trasforma in gigante della montagna quando cade la neve (vi ricordate Adamo). La vita cambia ad ogni battere di ciglia e si va avanti. Sembra una tappa ingarbugliata con l’ormai famoso spermatozoo elettronico che va avanti e indietro, sale scende, si scontra con se stesso, come faccia non si sa, per andare da Lanciano a Tortoreto.
Lanciano è la regina incontrastata della Val di Sangro, la cui fertilità assicura ogni ben di dio ai quasi 35 mila cittadini che la abitano e la animano. Si parla di un agglomerato di casupole costruito attorno al 1179, l’avverbio attorno ci vuole sempre quando si deve datare un qualcosa di vecchio, molto vecchio. E’ pervaso da un continuo spirito religioso e chiese di ogni specie ne trovi quante ne vuoi, tanto che la cosa più importante da ricordare è il “Miracolo Eucaristico” che avvenne nel VII secolo. Era successo che a Lanciano ci fosse un prete talmente cocciuto che considerava l’Eucarestia, il momento solenne della santa messa, una fesseria a cui non dare conto. E dillo oggi, dillo domani, Nostro Signore si scocciò e, al momento preciso dell’annuncio della consacrazione dell’ostia e del vino, che rappresentavano metaforicamente il coro di Gesù ed il suo sangue, calò la sua vendetta. Avvenne allora che, davanti a tutti nella chiesa gremita, il miscredente prelato si trovò in mano un pezzo di carne e un refluo di sangue. Questo miracolo ha dato più spinta alla credenza della parola di Dio, scacciando il prete ed ha reso famoso Lanciano in tutto il mondo cristiano. Il “miracolo” da allora porta fedeli in gran quantità e continua a portare in Val di Sangro turisti, con il rosario in mano, oltre che tanti soldi che assicurano una buona economia ai contadini abruzzesi. Una specie di “Miracolo” che da Milano in giù avvenne anche da noi, solo che questo prodigioso fenomeno da noi sia già finito. A parte questo che viene sempre più venerato, Lanciano ti offre anche un bel mare, quell’Adriatico con belle spiagge e tanti alberghi che fanno la felicità di tutti.
Poco più avanti, su e giù per le colline, arriviamo a Chieti, piccola provincia con una storia grande quanto basta a farla ricordare, con una storia sempre legata a preti e monasteri da visitare. L’economia è solida come la passione per lo sport e i chietini si riverseranno tutti per strade per vedere i girini sfrecciare e fuggire via, verso la più grande Giulianova, dopo aver scalato un GPM, che rende più vivace un percorso che rassomigliava troppo ad un giro turistico. Si discende, senza troppa fatica, verso la marina, dritti dritti a Teramo, amabile cittadina di chiappe al sole per la sua attività balneare.
Tortoreto, dopo aver lambito ancora spiagge dopo spiagge è alla portata di tutti, per porre fine alla decima tappa. La città dà ancora lustro al laborioso Abruzzo, con un fervore di vita, dedito soprattutto al commercio, essendo in una buona posizione geografica, caratterizzata dalla via che porta verso i centri maggiori.
Vincerà un velocista, dopo la montagna, come vinceranno altri velocisti dopo che avremo toccato altro mare, quello riminese e romagnolo, prima che si salirà un pochino ed avvicinarci alla settimana di fuoco, di cui sarete puntualmente informati.