Giro – Udine-San Daniele del Friuli, tappa all’ultimo prosciutto
di Giovanni Labanca
La carovana del Giro riprende la sua marcia con i 229 chilometri che separano Udine da San Daniele del Friuli. Il clamore dei falliti attacchi di Nibali e Pozzovivo sul Palazzolo contro la Maglia Rosa, Almeida, non si è ancora spento, nonostante la necessaria giornata di riposo, che ritornano gli echi della nuova sfida tra i titani mancati e i coriacei stranieri che stanno dando lezioni di ciclismo agli italiani che navigano a distanze preoccupanti dalla vetta della classifica. Oggi c’è un’altra gran tappa della verità, quelle con le vette che mettono paura ma che bisogna pur scalare per riprendere il discorso interrotto. E’ la settimana decisiva e bisogna vedere se le gambe dei nostri hanno recuperato le forze o le hanno perse del tutto. Sarà dura arrivare da Udine, centro del mondo a San Daniele, centro dei vini e dei prosciutti. La chiamata da giudizio finale ci sarà per tutti e temiamo che la classifica subirà ancora sbalzi e sconvolgimenti. Milano è ancora troppo lontana e per arrivarci si dovranno superare degli esami tremendi che solo gli studenti bravi e studiosi possono affrontare. Le domande preparate sono insidiose e sono le seguenti: GPM Monte Spig, Madonnina del Domm, Monte Aperto e Monte di Ragogna. Andiamo sui duemila metri a respirare aria buona, quasi a toccare il cielo, che comincia a profumare di gloria, sebbene nelle successive tappe ci vorranno le forze di Ercole nella gambe per assaltare i gironi che sono più infernali di quelli di Dante.
Non si può sbagliare più, perché anche i più bravi possono avere dei mancamenti, perché non appartengono specificatamente alla categoria degli scalatori, adatti a reggere i ritmi delle sortite che ci saranno metro dopo metro. I pronostici non possono dire niente, se non promettere uno spettacolo degno degli incantevoli panorami che la Natura ha preparato per ciclisti e tifosi, i quali si sono già arrampicati sui tornanti per vedere da vicino lo spettacolo. Speriamo solo che il tempo sia clemente e che il Rosa si coniughi bene con l’azzurro.
Udine è vestita a festa, la città, dopo la nascita millenaria, ha trovato il suo assetto sotto la dominazione della Serenissima, fino a diventare il passaggio obbligatorio per tutte le truppe del tempo per scendere in pianura o verso il mare. Il suo splendore è dovuto anche alla grande arte del Tiepolo, che si divideva con Venezia, per immortale con pennello e arte, quadri che hanno arricchito quasi tutti i palazzi dei ricchi signori. Fortunati loro, se oggi tutto il mondo passa da queste parti per ammirarli. Tutta Udine si concentra nella splendida piazza della Libertà, un punto di ritrovo di gente mite e laboriosa.
San Daniele è un mondo a parte. Il suo simbolo viene dai maialetti più saporiti, i cui prosciutti vengono essiccati dall’aria più frizzante che ne conferisce un sapore unico e molto caro. Non si bada a spese in questi giorni, ma ci si preoccupa più di vedere i corridori a contendersi quella benedetta Maglia Rosa, che tutti vorrebbero indossare.