INTER-BORUSSIA MONCHEGLADBACH 2-2 UN PARI CHE DA’ SPERANZA
di Giovanni Labanca
L’Inter di Coppa nutriva la legittima speranza di salutare San Siro, ammesso che ci fosse stato il pubblico previsto, con una bella vittoria incoraggiante, per riscattare la sconfitta del derby e, soprattutto, di dimostrare finalmente di essere diventata squadra, pronta per il torneo europeo e per recuperare lustro e nomea. Era la legittima speranza di Conte, in primis, della società e dei tifosi. Questi, per dire il vero, non ci hanno capito ancora niente, non si possono rendere conto della vera situazione. Fatta questa dovuto premessa, dobbiamo convenire che la squadra ancora non mantiene quello che promette nell’arco dei 90 minuti. possiede giocatori formidabili all’attacco,ma risulta sbilanciata in difesa con errori banali di difensori di un certo peso .parliamo , di Vidal, sembrano ingenui e determinanti per il risultato finale. Il giudizio di questa serata, che avrebbe dovuto segnare la svolta definitiva, non può essere positivo del tutto, se ancora una volta deve essere la fortuna a venire in soccorso con l’indomabile Lukaku, l’uomo che non conosce sosta nel depositare la palla in rete. Lo ha fatto per ben due volte. La prima è servita a portare l’Inter in vantaggio, la seconda a recuperare un risultato ormai votato al brutto. Una sconfitta avrebbe fatto cadere le poche certezze costruite e avrebbe portato conseguenze societarie poco felici.
Conte deve dirsi contento del punto portato a casa, perchè nel girone dei nerazzurri, c’è stata la clamorosa sconfitta dal Real Madrid , favorita parimenti all’Inter, per il passaggio del turno . E’ l’unica consolazione,ma non può essere quello che l’Inter si aspettava. Ora seguono esami di coscienza, prese di posizioni e una valanga di promesse. Dare retta a Conte non può essere la consolazione giusta, perché non può dire altro e non può andare oltre a quello che ha sempre detto. Noi vediamo solo che l’Inter funziona a metà e di questo passo resterà mezza squadra.
Gli ammalati sono tanti e possono anche essere presi a giustificazione,ma gli uomini che erano in campo non avevano valenza tanto minore.
Lo schema con Eriksen dietro alle due punte ha funzionato alla meglio e dovrebbe essere quello definitivo, per dare alla squadra l’assetto che si va cercando da tempo. Certo che ci vuole più coraggio e se uno il coraggio non lo ha non può inventarselo, tanto per prendere in prestito Manzoni. Il tempo degli alibi è ormai finito per tutti.
Un po’ di cronaca: Il primo tempo non è stato male e , con la mira aggiustata, i nerazzurri potevano passare anche in vantaggio,ma è stato uno zero a zero che può avere anche il sapore della delusione.
La ripresa si apre meglio perché subito Lukaku mette in rete un assist arrivato in area per caso. Si pensa al raddoppio, ma una grossa ed imperdonabile ingenuità di Vidal provoca un rigore evitabilissimo, che certi giocatori non dovrebbero commettere mai. Un bel regalo per i tedeschi che pareggiano con Bensebaini, che batte facilmente Handanovic. Si va avanti senza convinzione da una parte e dall’altra, fino al gol del vantaggio del Borussia con Hoffmann che sfrutta un lancio in profondità che Vidal non riesce a fermare,permettendo al tedesco di battere l’incerto Handanovic, infilandogli la palla tra le gambe. Sconcerto più assoluto tra i nerazzurri,ma quando si dice la fortuna, su confusa azione di calcio d’angolo il solito san Lukaku mette in rete una deviazione di un difensore e riporta l’Inter in paradiso o almeno con la testa fuori dalla palude, in cui stava affogando, cosa che non sarebbe stata accettabile, perché il pareggio, alla fin fine, premia le due squadre e riporta parità nel girone.
Per chiudere, non possiamo non andare alla famosa partita della lattina del 26 ottobre del 1971 e al resto con l’epilogo a favore dell’Inter,dopo alterne vicende, che invitiamo i lettori a leggersi su Wikipedia, solo per comodità.
Prossima partita dell’Inter in Coppa, il 27 prossimo, contro il Shakhtar Doneetsk. La vittoria è d’obbligo.