Giro d’Italia: Il ceco Josef Cerny vince ad Asti in solitaria
Il Giro d’Italia prima o poi doveva pagare il pedaggio ed è puntualmente è avvenuto con la ribellione dei corridori alla partenza di Morbegno
di Luigi Sada
Gli atleti, visto le fatiche del tappone del giorno prima, hanno chiesto e ottenuto la riduzione dei chilometri in programma, che sono passati da 250 a 120. Dopo oltre mezzora di accesa discussione con Mauro Vegni, si è deciso di partire da Abbiategrasso, con cento chilometri di neutralizzazione, con spostamento in pullman. Motivo ufficiale non solo per il maltempo minaccioso lungo tutto il tragitto, quanto per la lunghezza della tappa.
Un mare di polemiche, anche perché i corridori, prima di essere imbarcati sui pullman, hanno dovuto aspettare oltre mezzora, sotto la pioggia battente, al riparo su qualche ammiraglia, in quanto i loro automezzi, vista la lunghezza della tappa in programma, erano già partiti in anticipo, come è di prassi, in particolar modo nelle tappe lunghe. La partenza ufficiale, di conseguenza, è avvenuta da Abbiategrasso sulla distanza di 124 chilometri.
Ad alzare le braccia in alto sul traguardo di Asti è stato il ceco Josef Cerny, giunto solitario, dopo una cavalcata di ben venti chilometri. Il corridore della CCC ha piantato in asso i cinque compagni di fuga tra i quali il nostro Jacopo Mosca, giunto poi terzo a 26″, insieme, nell’ordine, a Simon Clarke, Iljo Keise e Sander Armee. Alle spalle del vincitore Cerny, il belga Victor Campenaerts, lanciato all’inseguimento del vincitore negli ultimi chilometri. Il gruppo si è è preso una giornata di vacanza, con un ritardo di 11’43”. La Maglia Rosa resta sulle spalle di Wilco Kelderman, con dodici secondi di vantaggio sull’australiano Jai Hindley, terzo Tao Geoghegan Hart.
La protesta dei direttori delle squadre e degli stessi corridori, iscritti al sindacato mondiale, non è piaciuta al direttore della corsa Mauro Vegni, il quale, a muso duro, ha detto “…è stata una decisione che abbiamo subito, inaccettabile, in quanto decisa all’ultimo momento. Adesso pensiamo ad arrivare a Milano, poi di certo, qualcuno pagherà”.