Cagliari-Inter 1-3
Torna il sorriso in casa nerazzurra
di Giovanni Labanca
Occhi e fucili puntati su Conte, dopo l’eliminazione dalla Champions League, che ha fatto tanto rumore e rabbia in casa nerazzurra, per uno scossone difficilmente digeribile sul piano sportivo e su quello economico, in egual misura non preventivato. C’è stata, come prevedibile, una sequela di insinuazioni, di accuse nei confronti di Conte, soprattutto, che non sappiamo come abbia fatto a reggere una pressione mediatica, pari quasi ad uno tzumani. Le valige sembravano pronte. L’Antonio, come il famoso Ercolino dei caroselli passati, non cade e si mantiene sempre in piedi, quasi a voler sfidare con i suoi toni sfacciati, i tanti nemici che vede annidati dovunque. La risposta, sua e quella dei calciatori sotto accusa, è arrivata, come era prevedibile, dalla Sardegna Arena, inondata da un tiepido sole. Sorpresa: Christian Eriksen è in campo dal primo minuto, dietro le due punte Lukaku e Sanchez, non sappiamo se per pressioni esterne o convinzioni del tecnico. Fatto sta che la squadra appare più sciolta e riesce a tenere in pugno la partita, che il Cagliari lascia in mano ai nerazzurri.
Questi hanno buone occasioni con Lukaku, in cinque minuti e si trovano davanti Cragno, un portierino cagliaritano non male, che fa bene il suo mestiere e respinge i tentativi dei nerazzurri che sembrano di dover segnare da un momento all’altro. Arriva, invece, al 42′ il gol di Ricardo Sottil, che è bravo a ribadire in rete una respinta della difesa milanese.
L’Inter non si scompone più di tanto e continua a macinare il suo gioco, in modo anche ferraginoso, e stava per subire il raddoppio, se Handanovic non fosse stato bravo a respingere un tiro ravvicinato di Paoletti, nelle rare incursioni in contro piede dei sardi.
Gol mancato, gol subito, si dice nel mondo del calcio e così avviene. Al 77′, Barella raccoglie una respinta della difesa cagliaritana su azione di calcio d’angolo e batte Cragno con un forte tiro dal limite dell’area. Ristabilite le distanze, la squadra di Conte si fa più intraprendente e, operati due cambi, con D’Ambrosio al 83′ ribadisce caparbiamente in rete di testa un bel cross da calcio d’angolo. Operato il sorpasso, il sorriso di Conte si allarga a dismisura, consapevole di aver scampato un grave altro pericolo. Non ha più di un Cagliari che sembra aver finito la benzina, senza, tuttavia, rinunciare a portarsi in avanti. Guadagna un calcio d’angolo, alla cui battuta si presenta in area interista il portiere Cragno che lascia sguarnita la porta. La palla è della difesa interista che rilancia Lukaku, che, percorso più di metà campo, va a gonfiare con rabbia la vuota porta del Cagliari. Siamo ormai nei minuti di recupero e non c’è più tempo per ribaltare il risultato e per temere imboscate.
IL 3-1 diventa vittoria netta, un buon toccasana per tutti, una ulteriore occasione per meditare il da farsi in futuro. I tre punti riportano l’Inter al secondo posto e fanno scordare dispiaceri e arrabbiature ai tifosi “bauscia”, che in questi giorni, se le son date di santa ragione su Facebook. Stasera sarà un fiume di “amala”, che andrà via via, ingrossandosi, fino a far dimenticare la brutta figura europea.
Il calcio è così. Si pensa al domani, nella speranza che sia migliore. L’Inter, ora, deve fare di più in campionato, sperando che il Milan si afflosci.
Conte può riporre sia l’ascia di guerra e le valigie, in attesa di tempi migliori, dalle parti di viale della Liberazione, nella Milano dei grattacieli e dei grattacapi.