Il Torino si affida a Davide Nicola per risalire
DNA e tanta esperienza fanno di lui l’uomo giusto
di Pier Carlo Fantini Forneris
Il Torino non può permettersi di perdere altro tempo e il presidente Urbano Cairo riporta in granata dopo 15 anni, questa volta come allenatore, Davide Nicola, apprezzato difensore in quel Toro che con De Biase in panchina portò il la sua squadra a giocarsi la promozione con il Mantova. La storia la sappiamo e quel giovane Davide Nicola mai potrà dimenticarsi quella rete che al Delle Alpi ha sancito il ritorno in A dei granata. Adesso c’è tanto da lavorare e tanto da ricostruire in questo Toro che ha racimolato in questo girone di andata pochi punti, e soprattutto fanno male e scottano ancora le sconfitte, troppe per una squadra che a inizio del campionato ambiva a qualche posizione più tranquilla e più consona alla qualità di un organico che di sicuro non è secondo a nessuno.
Il “gallo” Belotti arrivato dal Palermo nel 2015 si è ritrovato come di incanto da solo a lottare contro i mulini a vento, perché il capitano ha spesso fatto sentire la sua voce non solo in campo ma anche negli spogliatoi cercando di svegliare il cuore Toro che sempre ha contraddistinto la società nella sua storia leggendaria. Il presidente Urbano Cairo ha investito in giocatori di esperienza come Verdi e Zaza che fino ad ora hanno reso meno del previsto e a fine stagione, se non prima in questo mercato invernale non si esclude una loro eventuale partenza. Linetty e Rodriguez invece provenienti dalla Sampdoria e dal Milan hanno fatto bene e sono intoccabili. Il Torino riparte venerdi con il Benevento una rimonta che se pure non impossibile ha delle difficoltà perché squadre come il Benevento sanno lottare e stare in basso in classifica li sprona maggiormente a uscirne. A Torino passando alla sponda Juve la musica non cambia, seppur da diverse posizioni di classifica, e la difficoltà per Andrea Pirlo sono il gioco a tratti scorrevole e aggressivo alternato con partite insufficienti e con poca “fame” di ottenere la vittoria. Dopo la Supercoppa italiana l’ostacolo si chiama Bologna e per questa squadra ogni partita è una finale, per il maestro Pirlo il futuro non è dei più rosei ma la Juventus ha saputo sempre risollevarsi e uscire da situazioni complicate come questa vissuta in questo campionato.