Inter-Benevento 4-0
Troppo facile per tre punti importanti
di Giovanni Labanca
Nessuno si aspettava un risultato diverso, salvo che nel poker sonante, che i nerazzurri hanno servito ai volenterosi campani, che finora fuori casa non si erano mai tirato indietro, dando filo da torcere a squadre di ottimo livello. C’era da misurare, sotto la pioggerellina di San Siro, la febbre psicologica alla squadra e, soprattutto, quella di Lukaku dopo il fattaccio vergognoso che lo aveva visto protagonista, suo malgrado, di un botta e risposta avvilente, con il falco svedese del Milan Ibrahimovic, non nuovo a provocazioni che non appartengono al mondo del calcio. Ancora se ne parla e, per fortuna, da parte dell’Inter e dello stesso belga, oltre alla rabbia e allo sconforto per quello che ha sentito, la reazione è stata mite, mentre, oltre alla ovvia squalifica, l’Ufficio federale si sta occupando del caso. In ogni modo, è l’Inter ad aver subito il danno maggiore, perché il fermo di Lukaku avverrà proprio nella prima delle due gare della semifinale contro la Juventus e non è poca cosa regalare ai bianconeri il pezzo da novanta dell’attacco, l’uomo assetato di gol, costretto a vedersi la partita dalla tribuna, masticando rabbia su rabbia. Cose che succedono, ma non dovrebbero succedere, perché lo sport segue ben altri canoni, da tenere bene a mente, in tanti sui campi deserti, dove un semplice bisbiglio è captato, figurarsi le offese gridate, con chiarezza.
Conte si è concessa, tutto sommato, una serata di riposo, sotto tutti i punti di vista. Ha avuto la possibilità di avere tutta la rosa a disposizione per provare alcune combinazione di gioco e seguire attentamente la prova del discusso Eriksen, che ha avuto, così, la possibilità di dimostrare quanto valga come regista della squadra. Si è mosso bene e sembra aver creato un clima collaborativo più accentuato, rispetto al passato. Si è mosso bene, ha distribuito palloni importanti, meritandosi la promozione, che si potrebbe tradurre anche in imbarazzo per la società, costretta, visti i tempi, a sfogliare la margherita sul suo destino. Alla fine, scommettiamo che rimarrà, con indosso la maglia nerazzurra, che gli sta sempre più comoda?
Gli altri artefici della bella vittoria hanno ampiamente meritato un bel sette, data anche la facilità della traccia del compito da svolgere. Lautaro ha raddrizzato un po’ la mira, mentre il più atteso Lukaku ha tirato fuori tutta l’artiglieria, con due gol ad una avversaria che, detta tutta, non meritava di tornare a casa con quattro gol sul groppone. L’Inter se la gode per essere, dopo il Barcellona, la squadra con l’attacco più forte d’Europa. Non guasta questo piccolo primato, che vorrà pur dire qualcosa.
Non è stato tutto oro quello che ha luccicato nella piovosa di San Siro, perché la squadra dei cinesi, nel primo tempo, è stata un po’ arruffona, senza trovare il ritmo necessario per comandare la partita. Ha ancora tanti margini di miglioramento, per affrontare il girone di ritorno e per centrare il primo obbiettivo della Coppa Italia Tim, con occhio sempre al più importante che rimane, a consolazione di una brutta partenza, una meta riparatrice dei tanti sacrifici che si stanno facendo in viale della Liberazione.