Ipotetica intervista a Saddam Hussein
di Luigi Sada
Buongiorno signor Saddam, come sta?
“Non tanto bene direi, dal momento che mi avete impiccato, dopo un processo fasullo tirato in piedi dagli americani e bollato dal popolo iracheno”.
Ma lei ne ha fatte di cotte e di crude…
“Non è vero nulla. Gli Stati Uniti hanno bombardato e distrutto l’Iraq con la scusa delle armi chimiche. Che non c’erano. Tanto è vero che tutte le Commissioni d’inchiesta mandate sui vari posti non hanno trovato nulla. Qualcuno più serio degli americani ha fatto anche dei film, confermando tutte le bugie del governo USA. L’unica cosa importante, a parte la mia morte, è che è stato punito severamente il popolo iracheno. Cosa centravamo noi con gli attentati alle due torri. Bene, George Bush ce l’ha messa tutta per terrorizzare la nostra popolazione bombardando a tappeto Baghdad senza alcuna pietà. Le conseguenze sono state disastrose. Io ero a poca distanza quando è stato lanciato quel missile verso il nostro bunker dove sono stati uccisi più di mille innocenti. Pensate che con questa politica, l’America potesse stare tranquilla in Iraq? La situazione attuale è che ancora oggi, per tutta la nazione, non puoi girare tranquillo e per parecchi anni ha imperversato l’ISIS uccidendo migliaia di persone. Soprattutto è stata presa di mira Al Awja, la mia città. Ma anche ora nessuno si sente tranquillo”.
Però lei ha aperto questa crisi con l’invasione del Kuwait nel ’90…
“Il Kuwait è sempre stata una regione dell’Iraq, sono stati gli occidentali a trasformarla in Nazione per procurarsi petrolio ai costi che volevano loro. Io non ho fatto altro che riprendermi il pezzo di terra che ci apparteneva prima delle due guerre mondiali”.
Lei ha fatto un saccheggio indiscriminato però…
“Come in tutte le guerre, purtroppo, qualcosa non riesci a controllare è capitato che qualcuno dei nostri militari eccedesse in queste azioni, ma sinceramente, se me lo permettete, nessuno di noi aveva bisogno di un pianoforte o di una chitarra per stare meglio. Già nella guerra del Golfo, il presidente americano ci aveva massacrato e il figlio ha voluto completare l’opera bombardandoci un decennio dopo. Attraverso la televisione italiana, poco prima dell’inizio delle operazioni, ho visto le nostre ragazze e i nostri ragazzi, che mangiavano i panini al Mc Donald di Baghdad convinti che gli americani non avrebbero bombardato la città provocando così tanti lutti”.
Comunque sia, lei ha lanciato, soprattutto, decine di missili su Israele. Che colpa aveva lo stato ebraico?
“Lo stato sionista è in Palestina abusivamente, appoggiato dall’America nelle operazioni. Io, è logico, che stavo con i palestinesi”.
Però nella guerra con l’Iran lei ha ricevuto aiuti da tutti i Paesi occidentali…
“Storie, la maggior parte delle armi arrivava dall’URSS”.
Ci tolga una curiosità: lei è sempre stato un dittatore, diciamo, moderno, perché ha attaccato l’Iran?
“Veramente è Teheran che ha attaccato noi. Quando Khomeini ha cacciato lo Scià, l’Iran è retrocesso di mille anni, e non sopportava di avere un vicino moderno come noi e soprattutto un esercito forte e determinato come il mio. Mi piangeva il cuore quando Khomeini mandava i bimbi in prima linea a morire come fossero piccoli pulcini. Noi non abbiamo mai usato i ragazzini per fare la guerra. Ormai quello che è fatto, è fatto. Spero solo che gli americani capiscano gli errori dei loro governanti e provare ad essere amici di tutti invece di attaccare brutalmente come hanno fatto con noi, un nemico che non esisteva”.
In questo momento come se la passa?
“Se potessi ritornare in vita, forse farei qualche errore in meno, ma sono sicuro che tutto il mio popolo mi accoglierebbe a braccia aperte. Perché se ha sofferto non è colpa di Saddam Hussein ma di tutti i giochi internazionali che ruotano attorno alle nazioni che puntano alla propria libertà personale. Il mio processo, ripeto, è stata una farsa. La mia uccisione e stata un teatrino tirato in piedi dai burattinai a stelle e strisce”.