Ciclismo: Giro d’Italia tappa 14
Affondo vincente di Fortunato sul Zoncolan
di Giovanni Labanca e Luigi Sada
Impresa d’altri tempi sullo Zoncolan di Lorenzo Fortunato (Eolo Lometa). Il corridore azzurro, ultimo dei superstiti del plotoncino di 11 corridori, partito dopo venti chilometri, ha recuperato alla grande sull’altro compagno di fuga, lo sloveno Jan Tratnik, negli ultimi due chilometri di salita, tagliando il traguardo di Zoncolan, immerso nella nebbia e con il termometro sotto zero.
Una gara perfetta quella di fortunato, impostata, come detto, con la fuga iniziale di undici battistrada. Questo plotoncino a dieci chilometri dell’arrivo, si è progressivamente frantumato. I soli a restare a comando sono stati il vincitore e lo sloveno,mentre dai quattro inseguitori Mollema, Bennett e Oliveira è uscito alla grande Alessandro Comi, giunto terzo a 39″ da Fortunato. Grande rimonta della maglia Rosa Bernal, con il quarto posto, dopo aver accusato cinque minuti di ritardo per quasi tutta la gara. Il Colombiano si è
trascinato dietro Simon Yates, staccando Oliveira e Martinez. Buona la prova di Damiano Caruso e Giulio Ciccone, rispettivamente decimo e undicesimo. Un disastro ,invece, per Nibali che si blocca a metà dello Zoncolan. A guadagnarci, in classifica, in questa epica e spettacolare giornata dello Zoncolan è stata la Maglia Rosa Bernal, che ha inflitto oltre un minuto al russo Vlasov. Il colombiano in classifica precede, adesso, il britannico Simon Yates di un minuto e 33″, mentre in terza posizione benissimo il siciliano Damiano Caruso a 1’51”. Nibali, dopo la prestazione poco felice di oggi, precipita al 19° posto in classifica, a 14’e 25″ da Bernal. Per lui Giro finito, purtroppo.
Fortunato non sta nella pelle e, appena ripresosi dalla terribile fatica da eroe, ha dichiarato: “Non mi sembra vero, uscito dalla nebbia, trovarmi davanti al traguardo. E’ stata una tappa durissima che non ha lasciato scampo. E’ un sogno che si avvera e che spero possa non rimanere isolato. In questo Giro niente è dato per scontato e le prossime tappe di montagne renderanno ancora più dura l’avventura in Rosa. Mi dispiace per i compagni che si sono persi per strada, ma è la dura legge dello sport. Ringrazio i miei compagni del duro lavoro che hanno compiuto per aiutarmi a salire protetto”.
Domani si va da Grado a Gorizia,per 147 chilometri.