Provocazioni contemporanee
Cattelan presenta un’opera in tre atti all’Hangar Bicocca
di Marcella Baldassini
Maurizio Cattelan fino al 20 febbraio 2022, mette in scena “Breath Ghosts Blind”, un’opera in tre atti che ci fa riflettere sugli aspetti del nostro vivere quotidiano.
“Oggi l’arte significa per me fare vedere le cose da un’altra angolazione. Non sempre quello che fai è interessante o pertinente ma a volte riesci a toccare un nervo sc
operto, a prendere qualcosa che è sotto gli occhi di tutti e metterlo in una luce tale da risvegliare la gente, farla pensare o discutere”.
E’ questo il pensiero dell’artista veneto che da sempre in modo sottile e provocatorio ci conduce questa volta, nello spazio di Pirelli Hangar Bicocca per visitare un progetto espositivo scandito dalla scultura “Breath-respiro”, dalla configurazione dei volatili in tassidermia per Ghosts-fantasmi, fino alla monumentale installazione prodotta per Blind-cecità, incapacità di vedere”.
La mostra, a cura di Roberta Tenconi e Vincente Todolì è concepita come una narrazione che si realizza nelle tre opere esposte ed è l’occasione per una riflessione attenta sui temi che ricorrono spesso nell’opera dell’artista: la vita, la contemporaneità, la nostra onnipotenza e la morte o meglio l’idea che noi ne abbiamo.
Maurizio Cattelan, classe 1960, nasce a Padova e incarna fin dal suo esordio artistico quello che è il pensiero rivoluzionario Dadaista, movimento nato a Zurigo tra il 1916 e il 1920. Come per i rappresentanti Dadaisti, che contestavano la politica bellica e rifiutavano la ragione, l’estetica e la logica per enfatizzare invece la derisione, l’umorismo e la provocazione, così l’autore utilizza le sue opere come messaggio profondo e pone il visitatore nella condizione di essere partecipante attivo dell’opera.
“Il mio lavoro, dichiara l’artista, è solo una lente d’ingrandimento che permette di vedere i dettagli nascosti nella realtà”.
“Breath Ghosts Blind” è un’opera concepita come una drammaturgia in tre parti e si sviluppa in stretta relazione con l’architettura di Pirelli Hangar Bicocca. Negli ambienti rarefatti, silenziosi e bui possiamo vedere la scultura, Breath che apre il percorso espositivo. L’opera è concepita come un tutt’uno. Avvolta di luce bianca che pone ancora più in risalto il materiale con cui è stata creata.
Il prezioso marmo bianco di Carrara svela le forme di un uomo e un cane in posizione fetale, dormono e respirano insieme. Un’immagine dolce che ci riporta al senso della vita al momento generativo di ogni ciclo vitale. Per la prima volta l’artista accosta la figura umana a quella del cane che oltreché essere simbolo di fedeltà è anche secondo la mitologia la guida nel passaggio tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Camminando lentamente nel grande spazio non casualmente vuoto, possiamo vedere alzando lo sguardo, i piccioni che ci osservano costantemente. Sembra un thriller psicologico di Alfred Hitchcok. Nell’intervista che Maurizio Cattelan, rilascia al curatore della mostra, Vincente Teodolì, parla dei “piccioni” che questa volta denomina Ghosts.
Già in altre installazioni presentate alla Biennale di Venezia, i piccioni in tassidermia erano intitolati Tourists (1997), e Others (2011), qui sono i Ghosts della situazione. Appollaiati sulle travi e negli anfratti dell’architettura industriale di Hangar Bicocca, sono visibili nello spazio semibuio appena i nostri occhi si abituano all’ambiente e nel momento in cui alziamo lo sguardo ci sentiamo realmente osservati in modo indiscreto. Questo è l’effetto che Cattelan ci vuole rimandare.
Nell’intervista il suo pensiero è molto chiaro: “viviamo in una società in cui siamo costantemente sorvegliati, un po’ come essere al Truman Show. I piccioni sono straordinari, hanno un incredibile senso dell’orientamento, se liberati in un posto sconosciuto riescono a trovare la via di casa. Sono esseri molto affidabili, ma trasportano con sé un pezzetto di tutto quello su cui si posano. La pulizia dei loro escrementi è diventata un costo di milioni di euro e da animali da compagnia, sono diventati infettivi. I loro occhi da “Ghosts” ci osservano, ci controllano e non sappiamo più se considerarli amici o nemici.
Se ci spostiamo lentamente dalla grande navata centrale, osservati speciali dai volatili diventati Ghosts, intravediamo quello che è l’ultimo degli atti della scena. Un grande parallelepipedo in resina di colore nero opaco che diventa sempre più alto e minaccioso appena lo guardiamo dal basso. Incuneato nel monolite è rappresentato un aereo. La scena raffigurata in “Blind” (cieco), riporta inevitabilmente all’attentato dell’11 settembre 2001, di cui viene proposta una sintesi, la visione di un’unica torre, come se l’aereo fosse divenuto un tutt’uno con l’edificio. Cattelan ci rammenta che “Blind” è un’opera sul dolore e sulla sua dimensione sociale, è lì a ricordare la fragilità di una società in cui aumentano la solitudine e l’egoismo.
Il giorno dell’attacco alle Torri Gemelle, ricorda Cattelan, “Ero a New York e mi stavo imbarcando su un volo. Sono dovuto tornare a casa a piedi dall’aeroporto “La Guardia”, ci ho messo ore e quello che ho visto mi è rimasto dentro. Erano scene terribili, apocalittiche, e continuo a portare con me il ricordo di quell’evento tragico. Certe immagini diventano simboliche ed evocative di tante cose, non solo di quell’avvenimento circoscritto. Un passaggio che è necessario ricordare”.
Forse un ammonimento per noi esseri umani. Non possiamo essere ciechi nei confronti della realtà. Non possiamo dimenticare i fatti della storia.
INFO
Dal 15 luglio 2021 al 20 febbraio 2022
Da giovedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30.
Lo spazio espositivo sarò chiuso dal 9 al 25 agosto compresi.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
tramite pirellihangarbicocca.org