COPPA ITALIA Inter-Roma 2-0
La “rabbia” dell’Inter schianta la Roma
di Giovanni Labanca
Ci sono voluti solo tre minuti all’Inter per far capire che non ci sarebbe stato scampo per la Roma, per il bentornato Mourinho, nella gara per accedere alle semifinali di questa Coppa “Freccia Rossa” che, a questo punto, ha imboccato i binari dell’altissima velocità.
Palla a centro, tocco di testa a Perisic che s’invola sulla sinistra, da dove fa partire un cross delizioso che Dzeko, di piatto, trasforma in rete. Sono bastati pochi secondi per l’1-0. Toppo presto, pensa qualcuno, memore dello scivolone della squadra di Inzaghi tre giorni fa, quando da una vittoria clamorosa, ha ceduto armi e bagagli al Milan, che beffardo più che mai, ha vinto un bel derby tra la bile dei nerazzurri, usciti dal terreno con la rabbia in corpo, da far cadere le mura di San Siro. La stessa rabbia che gli uomini di Inzaghi hanno mantenuto in caldo per la Roma del mai scordato Mourinho. Non paghi, in nerazzurri trovano ancora forza con Barella che scaglia una autentica bordata verso la porta romanista, la provvidenziale traversa rimanda in campo. Capolavoro di esecuzione che, con diversa sorte, avrebbe chiuso la partita tra le ovazioni del pubblico infreddolito egualmente accorso a riempire gli spalti messi a disposizione. I tifosi nerazzurri avvertono che all’Inter hanno fatto bene le critiche post derby, soprattutto al portierone addormentato nei momenti topici dell’incontro. Stavolta nel sangue dei nerazzurri scorre sangue tutto rosso che produce azioni su azioni con lo stesso Dzeko, Sanchez e le geometrie di Calhanoglu.
La Roma, rimasta fuori gara per parecchio temo, dà segni di ripresa ed impensierisce Handanovic, pronto, stavolta, a rispondere con
due bella parate che significano riscatto dalla figuraccia del derby.
L’Inter non ci sta e riprende a macinare come un vecchio mulino in pietra, convinta che solo così può mettere al sicuro la partita. Ci pensa Sanchez al 68’ a chiudere lo scontro con un tiro di rara potenza e precisone che, pari ad un missile, va a togliere le ragnatele dal 7 della porta del bravo Rui Patricio. Esplode mezzo stadio, l’altra metà è a casa in poltrona. È festa che i ragazzi di Inzaghi prorogano a lungo perché la “raggia” si deve placare del tutto.
Il triplo fischio finale del discusso Di Bello consegna l’Inter alla semifinale, che molto probabilmente, sarà una bella rivincita con i cugini, ai quali avranno tante cose da dire nelle orecchie e sulle gambe.
La dirigenza cinese esce più tranquilla dalla tribuna, con la certezza di aver ritrovata la pecorella smarrita, capace di affrontare un certo Liverpool, nello scontro ad eliminazione diretta e proseguire l’arrampicata alla Coppa dalle orecchie larghe.
Ecco, lettori cari, queste sono le Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone, versione calcio.