Torino-Inter 1-1
Nerazzurri Pari da brivido
di Giovanni Labanca
Si aspettava solo il triplice fischio del signor Guida, ma è stato battuto sul filo di lana, al minuto 93, dal lampo di Alexsis Sanchez che ha pareggiato il gol di Bremer e portato i conti in parità, tra granata e nerazzurri, quando sugli spalti sventolavano alti i vessilli dei tifosi granata. L’urlo di gioia si è bloccato loro in gola, mentre quello dei bauscia esplodeva in tutta la sua forza e rabbia. Ai punti, avrebbe meritato il Torino che si è dimostrato meglio organizzato dei reduci di Liverpool. Questi, dopo la bella vittoria dell’Anfied, sembravano cambiati e in grado di guadagnarsi la qualificazione, ma soprattutto, maturati al punto tale da far presagire sfracelli alla ripresa del campionato, fino alla sua conclusione, visto il calendario che preveda nella sola Juve l’ostacolo più duro. Così hanno pensato gli indomiti Templari, sempre a loro seguito con lo striscione più girovago d’Europa. Così non è stato, anche se non è stato facile per Inzaghi districarsi tra giocatori in infermeria e squalificati. La Rosa è composta da venticinque elementi e con quelli ti devi arrangiare, bello mio. Il Toro che non è l’ultimo arrivato, è sembrato subito un cliente tosto per permetterti una passeggiata sul verde prato dell’Olimpico, carico al massimo quando vede il Biscione. La partita sembra da subito una tenzone d’altri tempi, con falli a centro campo. Juric mette in campo il solito 4-2-1, tra i pali conferma Barisha. L’Inter si oppone con un 3-5-2 Ranocchia al posto di DeVrij, con accanto Skriniar e Bastoni. Vecino al posto di Brozovic, affaticato dopo la gara tosta contro il Liverpool. In attacco torna titolare Dzeko, che fa coppia con Lautaro Martinez.
Cronaca
Belotti, al 4’, si fa pericoloso con un gran tiro che, però colpisce l’esterno della rete. I nerazzurri partono da lontano per cercare i varchi giusti per andare a rete. Al’11’ Dzeko si rende pericoloso, ma trova Berisha pronto alla facile parata. Un minuto dopo, il Torino segna con Breme, in una fortunosa ribattuta in aerea, su tiro di calcio d’angolo. Beffato Handanovic. Tre minuti dopo, ancora Toro pericoloso con Belotti sul cui tiro Handanovic non è impeccabile, ma rimedia Barella. La partita si infiamma e l’Inter tenta di reagire, ma si vede che la vera squadra sia rimasta in Inghilterra per via dell’Exit. Al 16’, comunque, calcio di punizione di Calhanoglu Martinez schiaccia di testa per un gol sicuro, ma Berisha salva da gran portiere. L’Inter, a questo punto, rialza la testa e cerca in tutti i modi il pareggio. Su calcio di punizione di Calhanoglu il portiere granata non si fa sorprendere. Bastoni si fa ammonire per un fallo a centrocampo. Al 36’, Belotti va a terra per un contrasto con Ranocchia,ma Guida dice che è tutto regolare. Alla ripresa delle ostilità, l’Inter presenta Di Marco e finalmente, Gosens per Brozovic e Darmian. Anche il Toro sostituisce Djidij con Izzo. L’inter sembra cambiare passo e aggredisce il Toro con maggiore convinzione, alla ricerca del meritato pari. Un colpo di testa di Dzeko va fuori di poco. Al 64’, grossa occasione granata fallita da Berekalo che nella foga dribla anche Handanovic e tira fuori da due passi. Sul successivo calcio d’angolo, si rende ancora protagonista il numero 1 nerazzurro che sfodera una paratona vecchia maniera. Si susseguono vari tentativi dei milanesi, ma la porta del Torino non corre grossi problemi. Per l’Inter entra anche Correa e per il Torino lasciano la panchina Rodriguez e Ansaldi e rientrano Buogiorno e Singo. Si gioca fino al 90’, cui Guida aggiunge altri 3 minuti, proprio quelli che servono a Sanchez per infilare il pur bravo Berisha, che riesce anche a deviare leggermente il pallone che, beffardamente, tocca il palo interno e si insacca per il tanto sospirato pareggio. L’incubo per Inzaghi è finito, anche se ora la sua squadra è scesa a -4 dal Milan e, pur vincendo contro il Bologna nel recupero che non viene mai, non potrà più essere capolista. A questo punto bisogna fare serie considerazioni sulle reali condizioni psico-fisiche del nerazzurri e meditare, soprattutto, sui punti buttati al vento in quel di San Siro e fare un serio “mea culpa” sul probabile scudetto lasciato per strada, da ingenui. E’ ancora presto per dirlo, ma i rimorsi in viale Liberazione si sentono fino a piazza Duomo, tanto sono forti.