Fuori a giorni il primo singolo di Maloessere, “Alloggi 42”, disponibile dal 24 maggio su tutte le piattaforme digitali. Con radici nella vibrante Napoli e una nuova vita a Brescia, Maloessere porta nel mondo della musica urban una storia di trasformazione personale e di sfide urbane, espressa autenticamente in dialetto napoletano.
Nato e cresciuto nelle intricate vie di Frattamaggiore in provincia di Napoli, Maloessere ha vissuto un’infanzia segnata da eventi traumatici, testimone di violenze che hanno lasciato un’impronta indelebile. La sua musica nasce da queste esperienze, fungendo da ponte tra il passato turbolento e la ricerca di una redenzione personale. A 28 anni, dopo aver lasciato Napoli per Brescia, Maloessere ha trasformato il suo talento nella creazione di un sound urban che unisce il dolore e la speranza.
“Attraverso‘Alloggi42′,hovolutodarevoceaquellerealtàspessoignorate. Il brano riflette la mia storia, quella di un ragazzo che ha scelto di abbandonare le ombre della criminalità per una vita migliore, tutto raccontatonelmiodialettonativo,cheaggiungeunaprofonditàunica alla narrazione,” afferma Emmanuel Di Maio, in arte Maloessere.
Arrangiato e Prodotto da Paolo Aliberti e Cristian Piccinelli, scritto e interpretato da Maloessere, “Alloggi 42” è un viaggio intimo nelle difficoltm e nelle decisioni morali della vita in periferia, presentato con un mix innovativo di sonoritm urban. Questo singolo non è solo un debutto musicale, ma anche un manifesto di resilienza e speranza.
Puoi raccontarci la storia dietro “Alloggi 42”?
Ho scelto “Alloggi 42” perché penso che nella vita non bisogna mai dimenticare le proprie origini. Il titolo nasce ricordando il luogo dove vivevo nel rione, precisamente nelle case popolari di Napoli; il rione era suddiviso in alloggi e noi eravamo nell’alloggio 42.
Come pensi che la tua musica si differenzi da quella degli altri artisti nel tuo genere?
Le persone del rione e le difficoltà che ho dovuto affrontare nel corso della mia vita mi hanno dato la forza di scrivere “Alloggi 42”. L’ispirazione principale proviene dai ragazzi di oggi che, come me un tempo, si trovano ad affrontare situazioni da cui non sanno come uscirne vivi. Posso solo dire che, se vuoi, per tutto c’è una soluzione. Ho deciso di intraprendere questo percorso perché è l’unico modo di esprimere tutto ciò che ho dentro senza far del male a nessuno. La musica è musica.
Come pensi che la tua musica si differenzi da quella degli altri artisti nel tuo genere?
Ci sono molte persone che fanno rap oggi e alcuni sono davvero bravi. Penso che i miei pezzi siano storie documentate anche dai giornali, quindi sono realmente storie vere vissute che, anche se involontariamente, raccontano come funziona il sistema camorristico e come la trappola scatti per molte persone che, in cambio di denaro per la famiglia, si ritrovano coinvolte in situazioni più grandi di loro anche se non lo sanno. Voglio trasmettere alle persone, oltre la passione per la musica rap, anche la resilienza dei testi che possono servire ad affrontare momenti difficili o addirittura ad insegnare.
Quali sono i tuoi obiettivi musicali per il futuro e ci sono nuovi progetti o collaborazioni in arrivo?
Attualmente ci sono grandi progetti in corso che al momento non posso rivelare. Il mio obiettivo musicale è di raggiungere il più ampio pubblico possibile con i miei testi e la mia musica, di far scoprire come il vero rap narri storie vere di vita e di ribellione attraverso i testi, e di prospettare un futuro pieno di speranza.
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