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Basilicata: Dopo 24 anni si cambia

Vince il Centrodestra, Vito Bardi Presidente

Matteo Salvi si complimenta con Vito Bardi, nuovo Governatore della Basilicata

Al pari delle mura di Gerico, dopo 24 anni, crolla l’impero del centrosinistra. Gli squilli possenti della Lega, di Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno ridotto in calcinacci quelle che sembravano barriere indistruttibili, costruite, negli anni, da un consorzio di forze, con trame e tentacoli affaristici, in cui tutta la società civile lucana ha trovato modo di ritagliarsi la sua particina, il proprio mimino tornaconto, tanto da essere collante potente di un blocco che ha fatto della Basilicata uno delle regione di stampo sovietico, (complice il senile Emilio Colombo). In essa, falce e martello e garofano rosso hanno dettato legge, grazie ad una sapiente spartizione dei poteri, che ha distratto dalla politica del “fare”, per quella dell’affare.
Il terremoto del Nord, come dicono, ha spazzato via un’ epoca durante la quale l’amministrazione della “res publica” è stata gestita in modo personale, secondo canoni ben accetti dal popolo supino e lagnoso, mai sferzante contro la classe dirigente.
Il progresso della regione è stato curato con scarsa attenzione, molto meno di quanto sarebbe stato necessario, per creare lavori duraturi e meccanismi di crescita ben diversi dalla dispersione di denari pubblici. I regnanti di Palazzo Verrastro non hanno capito, fino in fondo, la bontà del territorio, delle sue ricchezze e peculiarità che, se sfruttate a dovere, avrebbero potuto cancellare il brutto titolo di Regione cenerentola d’Italia, ultima di una brutta classifica. Tanto è stato pur fatto, più per inerzie che per convinzione senza, purtroppo, una seria programmazione, in modo diverso ed incisivo, per i comparti agricolo e turistico. Non si è saputo trarre il massimo beneficio dall’acqua e dal petrolio, che avrebbe assicurato una vita più dignitosa ai lucani rimasti sul territorio, senza costringere tanti ragazzi a prendere la via del tanto vituperato Nord.
In 24 anni, con i fiumi di soldi calati, soprattutto, dalla Mamma Europa, si potevano lastricare di oro le strade mentre, invece, abbiamo una viabilità interna molto fatiscente, scarsi e obsoleti collegamenti ferroviari.
In questo quarto di secolo, si è parlato, parlato e discusso troppo a lungo su questioni che andavano risolte più celermente, anche se i tempi della politica sono lunghi, troppo lunghi.
Sulle rovine dei vecchio centrosinistra vola alto, ora, Vito Bardi, il nuovo governatore, espressione del centro destra con il 43% dei voti. È stato salutato con entusiasmo, anche se qualche sacca di resistenza socialista si ripropone ancora, senza remore, al servizio di una Regione che non ha saputo curare, a cui ha fatto finta di voler bene.
Vito Bardi, ex Generale della Finanza, sembra l’uomo giusto, si spera con fiducia, venuto non “a miracolo mostrare”, ma a cercare di risollevare le cattive sorti di una Terra bella, troppo bella per essere ultima e che povera non è.
Bardi ha parlato chiaro, con programmi seri e dai punti fermi, colpevolmente lasciati nei cassetti della stolta burocrazia, a macerare miseramente.
Essi sono lo sviluppo moderno e diverso dell’Agricoltura, se diverso sarà l’atteggiamento dei suoi stessi operatori, se si vuole vincere la concorrenza; lo sfruttamento intelligente del petrolio, che zampilla sempre dalle viscere delle nostre salubri vallate. Le royalty, caro Presidente, dovranno toccare, in misura proporzionale, a tutti i 131 comuni della regione che, da parte loro, devono affrettarsi a preparare un chiaro dossier delle proprie necessità, in modo tale che, di volta in volta, potranno trovare adeguata risposta, in tempi precisi e senza sforamento di spese; riqualificazione delle ferrovie esistenti, vedi la tradotta Potenza-Matera per esempio; abbandonando la costosa idea della Ferrandina-Matera FS), piano ambizioso per la messa in sicurezza di tutte le strade interne che dovranno costituire il nastro trasportatore verso i monti maestosi, mete turistiche dove il “forestiero” potrà comodamente alloggiare, divertirsi e, di conseguenza, lasciare moneta; riforma degli Enti che governano l’acqua, per avere meno spese, più efficienza e costi più bassi per i cittadini; la revisione delle miriadi di piccoli satelliti regionali, parassitari gonfi di personale improduttivo; una sferzata al sistema sanitario e alla funzionalità della pubblica amministrazione; risvegliare l’orgoglio di essere Lucani, nel vero senso della parola e non solo su FB.
Governatore, mentre Le diamo il benvenuto, Le suggeriamo di stare attento, molto attento, al richiamo del bel canto incantatore delle sirene che non tarderà a farsi sentire: Ulisse ci è riuscito e dovrà riuscirci anche Bardi, se vuole tirare questo vascello fuori dalle secche in cui è stato adagiato per troppo tempo, e farlo veleggiare maestoso nelle acque del progresso e della civiltà. Cosa di cui noi Lucani, “a cui Natura maschio petto concesse e cor gentile” siamo capaci.
Giovanni Labanca