L’Atalanta ha mancato la storia di tanto così, per la seconda volta (chi si ricorda la Coppa Italia vinta nel 1963?), la Lazio l’ha centrata per la 15ª volta (1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Uefa, 2 scudetti, 4 Supercoppe italiane e 7 Coppe Italia), dopo essere stata battuta proprio dagli orobici solo una decina di giorni prima sempre all’Olimpico. Il calcio è benedetto e maledetto proprio per questo: i bergamaschi sembravano i favoriti, alla luce della prestazione di qualche giorno prima con i biancocelesti, poi sono caduti in modo rovinoso, proprio sul più bello. La pressione ha giocato un brutto scherzo agli uomini di Gasperini, che non è riuscito a gestire le loro emozioni in un match che rappresentava una nuova frontiera per la Bergamo calcistica. Ora c’è un posto Champions da difendere, basterebbe un punto contro la Juventus per sognare, ma bisogna capire quanto questa sconfitta peserà sulle spalle dei nerazzurri. Il ponentino romano potrebbe aver scalfito la loro corazza; vedremo all’Allianz Stadium se la questione si sarà risolta. Non basterà la prestazione, ma riuscire a non perdere. Non sarà della stessa idea il Milan che col Frosinone difficilmente non porterà a casa la vittoria. Congetture e calcoli saranno nella testa dei tifosi, ma l’abitudine alla pressione farà la differenza. Al momento l’Atalanta è davanti al Milan di 3 punti, un bel gruzzolo se non ci fosse di mezzo la Juventus che, nonostante stia passando un momento di rilassamento, è sempre una brutta bestia, soprattutto, fra le mura amiche. Mutatis mutandis (cambiate le cose che bisogna siano cambiate) direbbero i latini, ovvero mutare in qualche modo il corso delle cose, se devono essere cambiate e l’Atalanta deve crederci. Non facciamo tifo per la Dea, ma sarebbe intrigante vedere una squadra di una città di centomila abitanti lottare con le squadre più forti d’Europa. L’Italia intera auspica che ci vada Milan o Roma, ma il calcio ogni tanto regala sogni anche a chi la Champions l’ha vista solo in fotografia. Per questo motivo il Milan non può essere certo di tornare nell’Europa che conta. Non abbiamo parlato di Napoli-Inter. Gli uomini di Spalletti vanno sotto l’ombra del Vesuvio convinti che non perdere equivarrebbe Champions. Non ci sarà più l’uomo di Certaldo, questo sembra una certezza. Questa, però, è ancora una pagina tutta da scrivere.
Beppe Vigani