Dopo il meritato riposo dalle fatiche della tappa di domenica, Ivrea Como, il Giro d’Italia riprende la sua corsa con le ultime sei frazioni, tutte caratterizzate dalle salite che proietteranno verso Verona, il vincitore. In settimana c’è stata una piccola rivoluzione nella tappa di Pinerolo con lo sloveno Jan Polank, che ha sradicato dal trono rosa, il suo compagno di squadra Valerio Conti.
Martedì è in programma il primo dei cinque tapponi con la Lovere Ponte di Legno, il passo della Presolana e la Croce, sulla distanza di 226 chilometri. Il giorno successivo si va da Val di Sole a Anterselva. I tapponi prevedono con il passo della Presolana e Santa Croce 5700 metri di dislivello.
La Cima Coppi, quest’anno, è il Gavia, fino a qualche giorno fa intransitabile per i due metri di neve caduti. Di mezzo in queste tappe della Valtellina c’è il Mortirolo, montagna di Pantani, dal versante di Mazzo di Valtellina e poi il Montello con il passo di San Boldo, verso le Dolomiti l’arrivo è a Santa Maria di Sala, mentre il 31 il traguardo è a San Martino di Castrozza, tappone dolomitico, con 5000 metri di dislivello, Cima Campo, Passo Manchen, Passo Rolle e strappo finale, Croce D’Anne-monte Avena.
Il Giro si conclude a Verona con la cronometro sulle strade cittadine sulla distanza di km 17. Il totale dei km del Giro d’Italia sono 3578, 8.
Intanto, l’opinione sul giro acquista interesse e i protagonisti cambiano.
Pozzovivo ha dimostrato di essere un compagno ideale per Nibali e si alterna con il siciliano Caruso nel difficile compito di portare il capitano verso i traguardi. Ci dice lo scalatore lucano “Finora abbiamo svolto un ottimo lavoro di squadra, che è quello che dobbiamo fare, anche con misura, se vogliamo cogliere l’obiettivo finale. Ho le gambe a posto e posso dare ancora tantissimo”.
Nibali, dal canto suo, non nasconde un po’ di preoccupazione, anche se è tranquillo: “Sono in ottima forma e l’ho dimostrato. Il lavoro dei miei compagni è eccellente e spero bene. In corsa non tutti i colleghi si comportano lealmente, ma fa parte del gioco. La settimana della verità è arrivata e ne vedremo delle belle sperando di onorare la Cima Coppi in modo dignitoso”.
La maglia rosa Carapaz non fa misteri sulle sue ambizioni: “Come scalatori puri, posso avere dei vantaggi Nibali e compagni, ma finora nessuno ha potuto marcare i modo netto la corsa che si presenta, da lunedì, una corsa nella corsa e bisogna stare attenti a non sprecare energia. La mia squadra si muove con una eccellente tattica e fa ben sperare di poter arrivare all’Arena di Verona. Io temo, più di tutti, Nibali perché gregari eccellenti e lo abbiamo visto”.
Roglic, deluso, ma solo in parte, ci dice: “Tutto ancora può succedere, già a cominciare da oggi, dopo il tappone che sembra fatto apposta per Nibali, perchè il tracciato sembra più quello del giro di Lombardia. Noi non staremo a guardare e quindi, il Giro è aperto ad ogni soluzione e le sorprese, fino alla fine, potrebbero essere davvero tante. Lasciatemi dire della correttezza del pubblico della montagna e speriamo che la civiltà si mantenga tale fino all’ultimo centimetro. Il Giro, una delle corse più belle, va rispettato anche con gesti di civiltà, se no si rovina tutto”.
Salutati i protagonisti di questa bella avventura rosa, che ci dispiace non poter seguire fino alla fine, visto che questo è l’ultimo numero della stagione per Stadio5, facciamo i migliori auguri a tutti e catapultiamoci da Como a San Siro per assistere alla quasi finale di Champions League tra Inter ed Empoli, con pronostico incerto, come ormai è buona abitudine dell’Inter, con uno sprint al fotofinish.
di Giovanni Labanca