Chi si aspettava un bel sabato di calcio è stato accontentato. Milan, Lazio ed Inter sono state chiamate a dare importanti risposte e verifiche sul loro cammino.
Cominciamo dalla nottata di San Siro, nottataccia per i nerazzurri di Conte, che erano chiamati a ribadire la loro condizione, dopo la vittoria sul Napoli al San Paolo. 70.042 paganti hanno riempito il catino di Milano, con la certezza che la Beneamata avrebbe continuato la serie di vittorie, pur se contro la mina vagante del campionato, quell’Atalanta di Gasperini che ha tagliato a fettine il Milan. L’attesa è stata tradita, in una serata tiepida per il clima milanese. I nerazzurri hanno gabbato, nel modo più inaspettato, i loro beniamini, proprio quando avrebbero dovuto ribadire il ruolo di primi in classifica e vincere lo scudetto d’inverno che, per la statistica, vale anche quello finale. Non è andata, purtroppo per i bauscia, nel modo giusto. Subito un palo di Lukaku e successivo gol di Martinez al 4′ sembravano aver spianato l’insidioso cammino, che alla vigilia destava serie preoccupazioni. L’Atalanta dava la netta sensazione di essere stata domata, in attesa del gol del ko, che l’Inter non ha cercato con determinazione , quasi dovesse arrivare per grazia ricevuta. Così non è stato, perchè nel secondo tempo, entrava in campo un’altra squadra, svogliata, non più capace di dare un’accelerata al ritmo non troppo esaltante della prima frazione. Candreva, tanto per fare il nome di uno dei peggiori in campo, si adagiava sugli allori e sulle gambe, le povere punte servite sempre con lentezza e mai in condizioni di battere a rete, secondo lo schema che li vedeva proiettati, veniva fuori un rilassamento generale che non trovava nessuna giustificazione, se non in un misterioso appannamento che offriva alla squadra di Gasperini il pallino della partita e di impostare, con ordine, la rimonta che sarebbe arrivata con Gosens al 75′, complice Candreva e Handanovic. La difesa e il centrocampo lasciavano tempo e spazio ai bergamaschi di riprendere quota ed imporre il loro gioco con ordine ed efficacia, fino alla possibile vittoria con il rigore che, miracolo della serata, Handanovic respingeva, facendosi perdonare una prestazione sbiadita e riscattando tutta la squadra da una prestazione scialba, non gradita dal pubblico e della quale Conte sarà chiamato a rispondere in primis. Torna l’Inter del mistero, quella che aveva buttato al vento la qualificazione in Champions? Nessuno lo spera, ma tanti lo temono. Luci fioche a San Siro, caro Vecchioni.
Ben altra musica l’aveva suonata l’indomita Lazio contro il Napoli, battendolo con il solito gol di Immobile, frutto di una prestazione continua e generosa, riconfermata di domenica in domenica. Inzaghi ha trovato la formula giusta. Il terzo posto dei biancocelesti è strameritato e prelude ad un girone di ritorno scintillante, potendo sperare anche nel calo psico-fisico delle prime della classe, cosa che l’Inter, con il pari contro la Dea, ha già mostrato ampiamente.
Il pomeriggio, come un bel sabato del villaggio, salutava il ritorno alla vittoria del Milan a Cagliari, con un classico 2-0, di cui un gol portava la firma del tanto atteso Ibrahimovic.
Stasera tocca alla Madama di Torino dare la sua risposta contro una Roma che vuol fare sempre bella figura davanti al suo pubblico e, soprattutto, dimostrare ai bianconeri di non essere poi tanto inferiori in termini di valori assoluti. Spettacolo assicurato, mentre Conte avrà già chiarito con i suoi afflosciati guerrieri la brutta flessione di una serata che, viceversa, avrebbe dovuto ribadire la sua forza di prima squadra. Nulla è perduto, sia chiaro, ma i sintomi non lasciano ben sperare, anche in vista dello scontro in via Del Mare a Lecce contro i salentini che non hanno più voglia di perdere in casa.
di Giovanni Labanca
L’Inter delude
vincono Milan e Lazio