Il derby degli zoppi
di Giovanni Labanca
Mai come in questa occasione due squadre si presentano con le armi spuntate in una gara che da incontro di lusso, diventa la rivincita degli zombi.
Il Toro, o meglio quello che resta del Toro, massacrato in questi ultimi tempi a più non posso, si trova di fronte il Milan dalle quattro batoste rimediate dall’Inter, in un derby che sarà difficile scordare, e dal 1-1 in rimonta sul finale subito dalla Juventus in Coppa Italia a San Siro giovedì scorso. A San Siro va in scena quasi una partita da corte dei miracoli, ma non per questo non potrebbe risultare, alla fine, bella e avvincente. Potrebbe venirne fuori il colpo della resurrezione perché entrambe cercano il riscatto. Il Milan deve dimostrare che quella con l’Inter è stata solo una brutta parentesi, da dimenticare subito e significa che darà battaglia al Toro che, esonerato Mazzarri, si trova un nuovo giovanotto in panchina, che di nome fa Longo, pieno di buone speranze che dovrebbe dare, da buon elettricista, la scossa ad un ambiente che ha il morale sotto i piedi.
“Difficile, sarà molto difficile” dice il tecnico sapendo che non può fare proclami. “Affronteremo il Milan in una partita normale, perché anche loro non vengono da una buona settimana. Il mio progetto è semplice e ambizioso al tempo stesso: ridare fiducia ad una squadra che l’ha persa e ripartire per guadagnare un punticino alla volta per uscire fuori da una crisi forte, bruttissima per una squadra che era partita bene e poi si è persa via via. Caricherò a dovere i ragazzi dai quali mi aspetto una buona reazione che, sono certo, arriverà”.
Il presidente Cairo, a questo punto del campionato non si aspettava di vedere la sua squadra, il glorioso Toro, finire in queste condizioni e lo dice con amarezza, tanta.
“Ci troviamo in una situazione che rasenta la disperazione e me ne dolgo tanto per conto della società e di tutti i tifosi. Ho cambiato allenatore non perché non avessi più fiducia in Mazzarri, ma certe situazioni ti costringono a farlo. Con Longo spero di dare una tiratina di orecchie a tutti i calciatori che devono capire che, ormai, si era toccato il fondo del fondo e era urgente trovare una soluzione che, non potendo cambiare la squadra, tutto si risolve nel cambio dell’allenatore, su cui ricadono, ovviamente le colpe maggiori. Ormai è acqua passata e dobbiamo guadare al futuro con più fiducia, ma pretendo dai ragazzi un impegno doppio, perché devono essere loro a tirarsi fuori da questa situazione, che hanno creato in modo quasi vergognoso. Ho fiducia che possa avvenire e proprio contro il Milan voglio la migliore risposta alla crisi che deve fermarsi e non diventare emorragia fatale. Spero che abbiano capito tutti le mie parole e spero anche che i nostri tifosi non si tireranno mai indietro nel sostenere la squadra”.
Forza Toro, ci vene spontaneo scriverlo, pensando al caro amico Sandro Mazzola che di sofferenze per la sua squadra del cuore antico è stanco di averne. Ragazzi granata, fatelo per lui, se non altro, per fargli rivivere un bel secondo derby contro il Diavolo, già battuto domenica sera.