Mario Corso, mostra a Dio quel suo “piede sinistro”
di Giovanni Labanca
Le parole non dicono mai abbastanza quando un caro amico se ne va per altri lidi.
Stamattina, quando la giornata era appena cominciata, ci ha lasciato improvvisamente Mario Corso, il grande Corso, proprio lui, il “piede sinistro di Dio”, il Mandrake dell’Inter mondiale, il numero undici per antonomasia, il re della “foglia morta”. Chiamatelo come volete, era un gran signore, che abbiamo avuto la fortuna di frequentare personalmente e di coglierne i tratti più genuini della sua personalità. Era un tantino schivo, con quella sua vocina che ammaliava.
Lo vide un giorno, il sarto del suo paese, palleggiare con il sinistro, quando era ragazzino, i noccioli delle cilegie, per cui ebbe in regalo il primo pallone di cuoio, a San Michele Extra, periferia di Verona, dove era nato. Il salto all’Inter è dovuto alla sua classe innata e tra i nerazzurri ragazzini sotto la guida di Meazza, che ci mise molto poco a fargli capire che sarebbe stato un uomo di spettacolo. E di spettacolo ne diede tanto in campionato e nelle competizioni europee e mondiali, dove i suoi gol furono determinanti e ancora oggi osannati per la sua tecnica, I due centri, tra quelli più importanti, passati alla storia furono quello contro il Liverpool e quello contro l’Indipendiente nello spareggio di Madrid. La lista è lunga, una lista che tutti gli interesti sanno a memoria. Nelle foto delle formazioni, soleva toccare il terreno con le mani e essere sempre al fianco di Sandro Mazzola, suo inseparabile compagno in campo e forse meno, per la diversa vita che ognuno conduceva, nella vita privata.
Sandro Mazzola, raggiunto telefonicamente, non si rende conto e si sente che la commozione è tanta che stenta a parlare.
“Sono esterrefatto. Un dolore grande che non mi sarei mai aspettato di provare. Era un campione, nel vero senso della parola, con cui giocare è stato un piacere. Che dire, se non che provo un grande dispiacere e una immensa tristezza, perchè con Mario, se ne va un pezzo della vita di tutti noi dell’Inter e dei tifosi che lo hanno visto all’opera. Non ce la faccio a dire altro, se non formulare tante condoglianze alla signora Enrica, con la quale abbiamo avuto ottimi rapporti, anche se poco appariscenti. Addio Mario, lassù troverai tanti amici con i quali fare una bella squadra”.
Noi che scriviamo, gli abbiamo dedicato il nostro Inter Club di Terranova di Pollino e tanti sono i sodalizi in tutta Italia che portano il suo nome, in onore di un campione che ha sempre meritato gli applausi più scroscianti.
Mario, anche il nostro dolore è tanto e queste poche righe bastano a rendere l’idea di quanto ti abbiamo stimato e voluto bene. Ora, troppo presto tra gli angeli, ti accompagniamo tutti noi tifosi che ti porteremo sempre nel cuore, quello nerazzurro. Addio grande campione.