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Il tempo passa

Ma poco è cambiato

30 aprile 1949, ultima sfida prima della tragedia 30 aprile 1949, ultima sfida prima della tragedia

Il tempo passa

Ma poco è cambiato

di Luigi Sada

Il tempo vola. Sembra ieri quando nel 2000 si pensava che le città diventassero da fantascienza. Con eliporti, auto volanti con taxi che sfrecciavano attraverso i grattacieli, con la gente in giro su piattaforme mobili. Il calcio, poi, chi l’ha immaginato in stadi pieni di specchi, con comodità extra lusso e tanto verde.

30 aprile 1949, Inter-Torino 0-0
30 aprile 1949, Inter-Torino 0-0

Non è cambiato nulla e siamo nel 2020, l’anno del virus che ha cambiato noi, costretti a ripartire da zero con paura.

San Siro l’altra sera era paurosamente deserto, non solo per la mancanza di pubblico. Le voci degli allenatori rimbalzavano dalle panchine e quelle dei giocatori venivano da un vuoto quasi spettrale, rimbalzando come una pallina da tennis impazzita. Ritornava alla mente quando ero piccolo, attaccato alle sbarre del Meazza, dietro le porte dove c’era un baretto di fortuna che distribuiva gazzose e altre bibite. La gente urlava ad ogni azione promossa dai 22 in campo. Fra i pali dell’Inter c’era Franzosi che respingeva una sassata di Valentino Mazzola. Un vita da quell’Inter-Torino, capitata qualche mese prima della tragedia di Superga del 4 maggio del 49. Uno schianto contro la Basilica dove il grande Toro bloccò la sua corsa trionfale. Era il 1949, come detto, l’epoca dei Campatelli, Lorenzi e Skoglud. Gli idoli dei tifosi di allora. La storia è cambiata, adesso c’è il VAR. I giocatori hanno stipendi milionari. San Siro ha due anelli in più, povero stadio che vogliono mandare in pensione. Una pugnalata al cuore per tutti i grandi campioni che lo hanno frequentato in questi 60 anni di calcio che ha regalato alle folle un pizzico di serenità. Arrivederci a tutti, virus permettendo, sulle tribune di tutti gli stadi d’Italia, cominciando dal vecchio San Siro.